Crema, i lavoratori Billa tra cessione e chiusura

Voci di chiusura o di vendita si accavallano tutti i giorni, ma di certezze non ce ne sono. Quindi, i dipendenti lavorano sempre con il fiato sospeso

L'ingresso del supermercato Billa di Crema

L'ingresso del supermercato Billa di Crema

Crema (Cremona), 19 settembre 2014 - «Guardi, qui siamo in trenta, non sappiamo niente, andiamo avanti giorno per giorno, non abbiamo rappresentanza sindacale. Non è una bella situazione perché nessuno ci parla. E, in fatto di scioperi, meglio lasciar perdere». È la testimonianza, rigorosamente anonima, di una dei trenta dipendenti del supermercato tedesco Billa di Crema, uno dei 183 market che operano in Italia con questo marchio. Voci di chiusura o di vendita si accavallano tutti i giorni, ma di certezze non ce ne sono. Quindi, i dipendenti lavorano sempre con il fiato sospeso. Le ultime novità parlano di un interessamento che arriva da Carrefour, ma i dipendenti sottolineano che si tratta solo di voci e che di fondato c’è che la catena di supermercati ha acquistato «solo» 53 punti vendita del gruppo Billa, mentre la Conad ha messo le mani sui 50 esercizi presenti in Veneto.

Ne restano 80 da piazzare, perché è dato per scontato che la società tedesca vuole andarsene dall’Italia e disfarsi di tutti i suoi punti vendita. La situazione nel supermercato di Crema è molto incerta. A dire il vero i dipendenti avevano tentato anche l’arma dello sciopero per cercare di smuovere qualcosa, di portare la direzione a svelare i piani aziendali per capire che cosa riservasse loro il futuro. Ma a sciopero proclamato, quando è arrivato il momento di astenersi dal lavoro, nessun dipendente è rimasto a casa.<WC> «Da tempo vediamo assunzioni solo a tempo determinato, per i periodi di punta, come a Natale e Pasqua, oppure in estate per sostituire le colleghe che sono in ferie. Ma di definitivo non c’è nulla. Certo, per lavorare con un animo più sereno vorremmo sapere qualcosa. Invece, nessuno ci parla e noi temiamo che da un giorno all’altro arrivi qualcuno che ci dica: «Signori, si chiude». 

di P.G.R.