Funerali di Alessandro Maggi, lacrime e applausi a Castelleone. E Vincenzo Nibali telefona al papà

Castelleone ha salutato per l'ultima volta Alessandro Maggi, il ciclista 14enne morto in un incidente stradale di Pier Giorgio Ruggeri

I funerali di Alessandro Maggi a Castelleone (Rastelli)

I funerali di Alessandro Maggi a Castelleone (Rastelli)

Castelleone, 30 luglio 2014 - «Ricorderemo la sua risata, un po’ sguaiata, dovuta all’età che è quella delle scoperte». Così il parroco di Castelleone, don Vittore Bariselli, ha ricordato Alessandro Maggi, ciclista di 14 anni finito sotto le ruote di un furgone dopo una caduta, giovedì scorso a Trigolo, mentre si stava allenando. Funerali celebrati ieri mattina, chiesa gremita, piazza colma di ciclisti che, con le loro bici e i colori sgargianti delle loro maglie, hanno voluto raccogliere l’ultimo invito della famiglia di Alessandro, quello di presentarsi pronti per una sgambata. Proprio come avrebbe voluto lui. Il lungo addio al ragazzo ha avuto molti intermezzi. L’autopsia ordinata dal magistrato ha rinviato le esequie

Ma ha anche dato modo a tutti di conoscere il dramma e prepararsi a presenziare all’addio. Commovente il saluto di Vincenzo Nibali, venerdì in diretta quando, messo a parte della tragedia, ha salutato Alessandro e la sua famiglia. E poi ancora, domenica mattina prima del trionfo sui Campi Elisi nel Tour de France, Nibali ha chiamato Tiziano Maggi, il papà, parlandogli, cercando di consolarlo. Un lungo addio, quello ad Alessandro, con tanta gente, autorità e forze dell’ordine, personaggi del mondo delle due ruote e tanti, tanti ragazzini, con i loro caschi variopinti e le loro bici da corsa. All’esterno della chiesa erano sistemati gli altoparlanti perché la cerimonia potesse essere almeno ascoltata dai tanti che non hanno trovato posto. Un tempo incerto che stava per rovesciare pioggia su chi voleva accompagnare Alessandro, ma che si è trattenuto, se non per qualche minuto. Come a partecipare del dolore di un intero paese.

E poi i ragazzini stupiti di fronte alla morte, impreparati a capire che qualcuno non c’è più. Eppure così spontanei. Hanno fatto uno striscione di saluto all’amico, messo davanti alla parrocchiale, fermato a terra con i caschi. Poi la parola del Signore con don Vittore che ha sussurrato alla gente, alla famiglia già provata dalla morte per malattia della mamma; la consacrazione, la comunione e, prima dell’estremo saluto, una lettera d’addio degli amici.

Poi la bara bianca è stata portata fuori a spalle dai dirigenti dell’Imbalplast, squadra di Alessandro, con indosso la maglia della società. Infine, il corteo: davanti lo striscione, di fianco e dietro al feretro tanti ragazzi in divisa con le loro bici. La folla ha applaudito al passaggio del corteo, il parroco ha benedetto l’ultima corsa di Alessandro, verso le strade del paradiso, verso la sua mamma.