Mamma e insegnante contro la prof "impicciona": dosi di ansiolitico nel caffè

Due donne arrestate per stalking a Pusiano

Nel caffè era stato versato un potente psicofarmaco In basso la scuola di Pusiano

Nel caffè era stato versato un potente psicofarmaco In basso la scuola di Pusiano

Pusiano (Como), 7 aprile 2017 - Insulti e grida all’uscita da scuola, continue segnalazioni alla direzione e al provveditorato, fino ad arrivare all’episodio culminante: nel caffè una dose imprecisata di benzodiazepine, psicofarmaci usati per la cura dell’ansia e dell’insonnia. Un periodo infernale durato oltre tre mesi, vissuto da un’insegnante della scuola media di Pusiano presa di mira da una collega e dalla madre di un suo studente. Le due donne, entrambe quarantenni, da ieri mattina sono agli arresti domiciliari, accusate di stalking e lesioni aggravate in concorso.  A scatenare il carico di astio, andato in crescendo settimana dopo settimana tra settembre e dicembre, sarebbe stata un’iniziativa della vittima, interpretata dalle due donne come una sgradita ingerenza. L’insegnante, infatti, aveva notato stranezze nella condotta del ragazzino. E aveva ritenuto doveroso segnalarle alla direzione scolastica. Da quel momento si sarebbe creata una coalizione tra la collega, che a sua volta figurava tra le insegnanti dello studente, e la madre. Si sarebbero quindi accordate per mettere in atto continue azioni finalizzate a screditare la vittima, non solo attraverso gli insulti che avvenivano davanti agli altri genitori, ma creando una condizione che la obbligava a dover continuamente giustificare, con la direzione scolastica, i motivi delle sue scelte didattiche.

La donna si è così trovata a dover redigere relazioni, compilare documenti che motivavano le sue valutazioni professionali e didattiche. Per settimane è stata messa in croce su ogni scelta fatta in classe e a scuola. Fino al 9 dicembre, quando la collega si è presentata durante l’intervallo con una tazzina di caffè, offrendole la bevanda. La vittima, dopo il primo sorso, ha sentito un sapore e un odore strano, e poco dopo ha iniziato a stare male. Ha chiamato il 118 e, insospettita, ha deciso di conservare quella tazzina di caffè. Le analisi hanno svelato il motivo del suo malessere, individuato gli psicofarmaci.  A quel punto ha sporto denuncia ai carabinieri di Erba, che hanno avviato le indagini ricostruendo a ritroso tutto il crescendo di atti persecutori messi in atto nei confronti dell’insegnante e un accanimento che ha spinto il gip di Como Maria Luisa Lo Gatto ad accogliere la richiesta di misura cautelare agli arresti domiciliari chiesta dal sostituto procuratore Daniela Moroni. Nei loro confronti è stato ravvisato un pericolo di ulteriore reiterazione del reato.