Pesca di frodo nelle Torbiere: scoperta mega rete illegale

Guardie ecologiche ipotizzano mercato nero con l’Est di Milla Prandelli

Pesca di frodo

Pesca di frodo

Iseo (Brescia), 11 febbraio 2015 - Da mesi e forse da anni usano la Riserva delle Torbiere del Sebino come pescheria personale e ora che i loro traffici sono stati scoperti la scorsa settimana non hanno esitato a “impalare” un luccio e a dare fuoco ai canneti. Un’intimidazione bella e buona, questa, che ha tutto il tono di voler ordinare di stare a casa a coloro che stanno cercando di coglierli sul fatto. Succede nella zona umida tutelata dalla Convenzione di Ramsar compresa tra Iseo, Corte Franca e Provaglio d’Iseo. Ad opporsi ai bracconieri sono pochi ma intrepidi volontari. Si tratta delle Guardie Ecologiche Volontarie della Provincia di Brescia, cui si affiancano i colleghi che fanno capo alla Comunità Montana del Sebino Bresciano.

«Poco più di un mese fa abbiamo scoperto e sequestrato una rete lunga 300 metri stesa sotto il pelo dell’acqua in uno dei laghi nella zona centrale della Riserva, dove la pesca è assolutamente vietata – dice Luigi Quaini, responsabile dei volontari che operano in Torbiera per conto della Provincia – all’interno c’erano almeno 80 carpe del peso superiore ai cinque-dieci chili. C’erano anche siluri e altre specie. Abbiamo impiegato oltre tre ore a liberarli tutti. Tranne i siluri, che sono stati abbattuti, come la legge prevede, gli altri pesci sono stati restituiti alle Torbiere. Questo deve avere irritato non poco coloro che si aspettavano di raccogliere il bottino. Riteniamo che l’atto intimidatorio sia una loro trovata».

Quello della pesca di frodo in Torbiera potrebbe essere un affare importante, con risvolti internazionali. «Stiamo indagando da mesi – spiega Quaini – riteniamo che si tratti di uomini provenienti da paesi dell’est che arrivano con furgoncini frigoriferi, caricano il pesce e poi lo portano all’estero dove viene venduto. Non è una attività mirata a sfamare famiglie povere, come qualcuno crede, ma un vero e proprio traffico. Come abbiamo visto coloro che lo mettono in atto non sono pacifici».

Le Guardie Ecologiche della Provincia che pattugliano la Torbiera sono una decina tra pensionati e lavoratori. Ad ogni turno per ragioni di sicurezza devono partecipare almeno quattro persone. «Purtroppo bisognerebbe essere molti di più e potere vigilare la notte - spiega Quaini – di sicuro i bracconieri stendono le reti con il calare delle tenebre. Di giorno usano canne e “bilancini”, ovvero dei grossi retini. Nel tempo ne abbiamo sequestrato circa 50 canne da pesca. Sappiamo di dare fastidio a molti ma lo facciamo per preservare le Torbiere. Non ce ne andremo. Nemmeno di fronte alle intimidazioni».