Omicidio a Niardo, prof. uccisa dal marito: «Nessun accenno al suo dramma»

Sconvolti docenti e studenti del liceo in cui Gloria insegnava inglese. I vicini: "Erano molto schivi. Soprattutto la signora, non immaginavamo una situazione di tale disagio"

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Niardo, 19 aprile 2015 - Due comunità sotto choc. A Niardo e Breno non si discute di altro. L’omicidio di Gloria Trematerra ha sconvolto tutti. A Niardo Gloria Trematerra, 55 anni originaria della provincia di Napoli ma da anni in Valcamonica, viveva con il marito Tullio Lanfranchi e i due figli. A Breno la donna lavorava: insegnante di inglese da 23 anni al liceo “Golgi”. Proprio a Breno pochi giorni fa Gloria Trematerra si era trasferita con la figlia Alice (l’altro figlio vive a Torino per motivi di studio) in una casa protetta. Voleva stare lontana dal coniuge violento che la scorsa notte è stato arrestato e condotto in carcere a Brescia con l’accusa di aver ucciso a coltellate la moglie e di aver ferito la figlia. Venerdì sera invece è tornata a Niardo.

«Eravamo a conoscenza dei problemi di questa famiglia – racconta con un filo di voce il sindaco di Niardo, Carlo Sacristani – Per questo le due donne erano ospiti in una casa famiglia. Non capisco perché abbia deciso di tornare dove ha incontrato la furia del marito». La famiglia non era molto conosciuta a Niardo: «Erano molto schivi – ricordano i vicini – Soprattutto la signora. Non immaginavamo una situazione di così grande disagio». Chi ha aiutato Alice a chiamare i carabinieri e l’ambulanza per provare a salvare la vita alla madre rivive quei momenti. «La ragazza era sconvolta – ricordano nel bar vicino alla casa teatro della tragedia – Ci ha chiesto di aiutare la sua mamma. Abbiamo cercato di calmarla, poi sono arrivate le forze dell’ordine e l’ambulanza e abbiamo capito cosa era successo». 

IL PROVVEDIMENTO - Il 23 marzo scorso sarebbe dovuto scattare il provvedimento di ammonimento emesso dal Questore di Brescia nei confronti di Tullio Lanfranchi. L’atto venne bloccato dalla denuncia della figlia della coppia che diede così avvio alle procedure di collocamento di madre e figlia in una struttura protetta. Gloria Trematerra, vittima della furia cieca del marito, e la figlia Alice da alcune settimane vivevano infatti in un appartamento a Breno, messo a disposizione dai servizi sociali

LUTTO FRA I BANCHI - Hanno le lacrime agli occhi anche i colleghi insegnanti di Gloria Trematerra. La donna era nel liceo Golgi da quando 23 anni fa si era trasferita in Valcamonica da Napoli. «Non ci siamo mai accorti di nulla – raccontano – Se avessimo capito prima forse avremmo potuto aiutarla». Sono sconvolti anche i ragazzi che ieri avrebbero dovuto essere in aula con Gloria Trematerra. «Per loro è difficile comprendere – spiega la vicepreside Tiziana Pelamatti – Se prima pensavano a Gloria come alla loro insegnate ora si rendono conto che si tratta di un’altra donna vittima di violenza». Quello di venerdì sera a Niardo è solo l’ultimo episodio violento che vede vittima una donna. Solo un mese fa a Castenedolo a perdere la vita è stata Anna Mura. Unico sospettato per l’episodio il marito Alessandro Musini che si trova in carcere a Brescia ma, come nella vicenda di Niardo, ancora non ha confessato l’omicidio. La provincia di Brescia si conferma ai vertici della classifica nazionale degli eventi violenti. In meno di 10 anni gli omicidi sono stati 22, 18 quelli tentati e nella metà dei casi la violenza è avvenuta tra le mura domestiche coinvolgendo una coppia.