Giovane mamma muore in sala parto insieme al suo bimbo

Il fratello della donna, straziato dal dolore dopo avere ricevuto la notizia, si è recato immediatamente dai carabinieri per sporgere denuncia di LUCA DEGL'INNOCENTI

In corsia (foto d'archivio)

In corsia (foto d'archivio)

Brescia, 2 gennaio 2016 - Tre madri, quattro atroci quanto inspiegabili morti in sala parto. L’anno si chiude con un’assurda scia di dolore a Torino, Bassano del Grappa, Verona e, proprio la sera dell’ultimo, Brescia. È la mattina di mercoledì quando una donna bresciana di 30 anni viene ricoverata all’ospedale Civile di Brescia (il più grande nosocomio della provincia). Al nono mese di gravidanza, accusa febbre alta, importanti dolori addominali e, pare, anche perdite dalla vagina. Il peggioramento, anche del piccolo che porta in grembo, dopo la prima notte in osservazione e monitoraggio. I medici decidono così di sottoporla a immediato intervento cesareo per salvare la vita tanto alla donna, quanto al piccolo. Ma qualcosa va storto: i medici tentano un disperato salvataggio. Invano: mamma e figlio muoiono. Il fratello della donna, straziato dal dolore dopo avere ricevuto la notizia, si reca immediatamente dai carabinieri per sporgere denuncia. L’atto, trasmesso al pm di turno, il dottor Ambrogio Cassiani, porta al sequestro delle cartelle cliniche, oltre che alla richiesta di autopsia.

Una storia, questa, tragicamente simile alle altre tre che stiamo per raccontare. Marta Lazzarin, 30enne e nota blogger di viaggi di Bassano del Grappa, è al suo primo figlio: settimo mese di gestazione. Il 29 dicembre sta male: anche per lei febbre, mal di testa e perdite. L’ecografia evidenzia la morte del feto. Viene ricoverata poco dopo essere arrivata al pronto soccorso, verso le 12. Alle 17,45 tutto precipita: si sente male, le manca il fiato. È necessaria la manovra di rianimazione, ma senza l’esito sperato: muore poco dopo le sette di sera.

Si sospetta che abbia avuto un’embolia polmonare, patologia che può essere generata dalla morte interna del feto. Su entrambi è stata disposta l’autopsia nell’ambito di un inchiesta per omicidio colposo. Una complicanza rarissima e imprevedibile: per questo sarebbe morta Angela Nesta, torinese, la notte fra il 26 e il 27 dicembre all’ospedale Sant’Anna del capoluogo piemotese. Primipara 39 enne è spirata e con lei, poco prima, anche la bimba in grembo, Elisa il nome scelto. Per far luce sul caso il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha inviato ispettori al nosocomio.

L’ospedale, che vanta nel 2014 il maggior numero di parti in Europa ed è stato insignito del riconoscimento di struttura a «misura di donna», si difende da ogni accusa mossa in sede di denuncia dal compagno della donna. Intanto, anche per questo caso, si procede per l’accusa di omicidio colposo. Infine, c’è la storia di Anna Massignan, medico di base. Aveva 34 anni e aspettava di mettere alla luce Leonardo. Incinta all’ottavo mese è scivolata dalle scale della sua abitazione il giorno della vigilia di Natale. Ricoverata e dimessa il 25, dopo poche ore il peggioramento con dolori e febbre alta. Viene deciso il cesareo, ma Anna muore in sala operatoria. Il piccolo prova a lottare tre ore di più, ma poi raggiunge sua madre. La procura di Verona ha aperto un fascicolo a carico di ignoti e disposto l’autopsia.