Bossetti al funerale del papà: "Senza genitori non si è nessuno". Abbraccio con la madre

Massimo Bossetti è arrivato al funerale del padre Giovanni Bossetti, morto alle 5 del mattino di Natale. Nel corso del rito all'interno della parrocchia di San Vittore Martire ha preso la parola: "Papà riposa in pace" FOTO - Bossetti e famiglia al funerale di papà Giovanni

Il funerale di Giovanni Bossetti, nel riquadro Massimo Bossetti

Il funerale di Giovanni Bossetti, nel riquadro Massimo Bossetti

Bergamo, 28 dicembre 2015 - "Senza genitori non si è nessuno": così Massimo Bossetti dal pulpito della chiesa al funerale del padre Giovanni. Il carpentiere di Mapello accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio ha preso la parola nel corso della cerimonia per ricordare la figura del papà, ritenuto solo anagrafico dagli inquirenti in base alla analisi sul Dna. Poi, concluse le esequie, Massimo e sua madre Ester Arzuffi si sono stretti in un lunghissimo, quasi interminabile abbraccio. Entrambi sono scoppiati in lacrime e sembrava quasi non volessero separarsi. Bossetti è quindi stato ricondotto in carcere dagli agenti della polizia penitenziaria.

"Si possono avere sorelle, fratelli, moglie e figli ma quando mancano i genitori non si è più nessuno. Papà - ha concluso - riposa in pace". Questo uno dei passaggi più significativi del discorso di Bossetti arrivato al funerale di papà Giovanni, morto a 73 anni la mattina di Natale, in virtù del permesso concesso dalla Corte d'Assise di Bergamo. Accompagnato in un furgone della polizia penitenziaria è entrato nella parrocchia di San Vittore Martire a Terno d'Isola da un ingresso laterale, scortato e coperto allo sguardo degli obiettivi fotogiornalistici. Indossava una giacca di pelle marrone. Una volta all'interno si è sistemato sulla panca in prima fila secondo questo ordine: la sorella Laura Letizia, un agente delle forze dell'ordine, Massimo Bossetti, la madre Ester Arzuffi, il fratello Fabio insieme alla moglie. Poco dopo, è arrivata anche sua moglie, Marita Comi che si è seduta esattamente dietro Bossetti. In chiesa era presente anche l'avvocato Bonomo. Il via alla funzione alle 10 nella chiesa del paese dove il padre anagrafico del carpentiere di Mapello accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio, viveva con la moglie Ester Arzuffi, 68 anni. Un breve applauso ha accompagnato l'ingresso del feretro di Giovanni Bossetti. La funzione è stata concelebrata da don Renato Belotti con il parroco di Sotto il Monte, paese di Massimo Bossetti, don Claudio Dolcini. Quando ha avuto il cenno dai sacerdoti il carpentiere di Mapello è salito sul pulpito per rivolgersi all'assemblea.

IL DISCORSO - "Ringrazio tutti voi per questa vostra presenza per mio papà - così ha iniziato il discorso -. Papà... (qui ha fatto una pausa) questa tua perdita ha lasciato in tutti un vuoto incolmabile - ha detto -. Un dolore nel dolore. Non c'è dolore peggiore che perdere un genitore. I genitori sono i pilastri dell'esistenza. Tu ci hai amato, cresciuto e insegnato tante cose della vita. Si può avere tutto dalla vita: sorelle, fratelli, moglie, figli e zii, ma quando mancano i genitori non c'è più nessuno. I genitori sono insostituibili. Grazie per tutto quello che hai fatto, sei stato un perfetto marito non ho niente da rimproverarti. Ti vorremo sempre bene".

Massimo Bossetti aveva chiesto nei giorni scorsi a padre Belotti di poter prendere la parola in chiesa inviando una lettera con il testo che ha avuto il placet del sacerdote. Una volta vicino all'altare però il carpentiere di Mapello ha parlato a braccio: "Papà, ci mancherai tanto - ha proseguito nel suo discorso -. A tutti noi mancherai tantissimo. Riposa in pace papà. Ciao". Dopodiché Bossetti è sceso dal pulpito, si è avvicinato alla bara omaggiata con le rose rosse dei figli e i fiori dei nipoti, ha baciato il feretro e la foto di papà Giovanni. Poi è tornato in prima fila dove ha stretto un abbraccio molto intenso con la madre. Massimo ed Ester sono rimasti a lungo testa contro testa, poi il figlio ha abbracciato la moglie Marita e padre Renato. Alla fine della funzione Bossetti è stato condotto in sacrestia dalla scorta e da lì in un cortiletto interno dove era parcheggiato il cellulare della polizia penitenziaria. E' passato attraverso due ali di carabinieri, agenti e uomini della security, salendo sul furgone blindato che lo ha riportato nel carcere di via Gleno a Bergamo.

La Corte presieduta dal giudice Antonella Bertoja aveva già autorizzato Massimo Bossetti a recarsi alla camera ardente del padre, all'hospice di Bergamo, dove ha pianto a lungo accanto alla bara, abbracciato dalla madre e dai fratelli.

IL SACERDOTE - "La giustizia umana faccia il suo corso, il perdono è divino. Davanti a me ho solo un figlio che ha perduto il padre", ha detto padre Belotti dopo la messa concelebrata con don Claudio Dolcino. "Mi ha dato l'impressione di una persona buona dentro di sé", ha aggiunto. Ma è accusato di un delitto gravissimo, gli è stato fatto notare. "Non sta a me giudicare, prendo atto della situazione e del coraggio di aver voluto dire qualcosa".

(ha collaborato Gabriele Moroni)