Morti sospette a Piario, blitz nell’abitazione della caposala indagata: nuove accuse

Trovati presidi medico-sanitari: si profila anche l’ombra del peculato di ROCCO SARUBBI

Carabinieri (De Pascale)

Carabinieri (De Pascale)

Bergamo, 28 aprile 2016 - Nuovi sviluppi sull’inchiesta delle morti sospette all’ospedale “Antonio Locatelli” di Piario. Nei giorni scorsi i carabinieri della Compagnia di Clusone hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione della caposala del reparto di medicina generale, Paola Bosio (tra gli indagati, assieme al primario e a otto medici, per concorso colposo). La perquisizione è avvenuta proprio a ridosso dell’interrogatorio in procura, lunedì e martedi scorsi, di dieci tra infermiere e operatrici socio-sanitarie in servizio nel reparto finito nella bufera. Tutte colleghe di Anna Rinelli, l’infermiera 43enne, di origini milanesi, dal 2011 in servizio all’ospedale seriano, e sospettata di omicidio preteritenzionale. Stando a chi indaga, la Rinelli avrebbe somministrato Valium in vena ai pazienti quando lei era in turno di notte. Tornando alla perquisizione a carico della caposala, i militari hanno trovato nel suo appartamento a Oneta e nella sua automobile, presidi medico-ospedalieri (tra cui anche dei cateteri, bende e altro materiale), e molti farmaci: ma non il Valium o di Midazolam, medicinali finiti sotto inchiesta.

Ora si tratta di capire se tutte quelle confezioni provengono dall’ospedale di Piario, dove la Bosio presta servizio. E per quale motivo ne è in possesso. E proprio per questo gli investigatori hanno deciso di avviare ulteriori accertamenti. La caposala rischia di essere indagata per peculato. Nel frattempo, domani mattina, altre infermiere (due o tre) in servizio al reparto di Medicina generale, saranno sentite in procura dal pm Carmen Pugliese, che coordina le indagini. Il fatto che il sostituto procuratore abbia deciso di chiamare a rapporto altre colleghe della Rinelli, ha un significato ben preciso: dare una accelerata alle indagini, e soprattutto capire esattamente come funzionavano le cose nel reparto finito nella bufera a novembre, quando è scoppiato il caso delle morti sospette. E che non tutto andasse bene è emerso nella prima tornata di interrogatori. Alcune infermiere sentite (una in particolare) avrebbero raccontato dei dubbi che avevano iniziato a nutrire nei confronti della Rinelli. Dubbi riconducibili alla condizione di alcuni degenti, che al mattino presentavano un torpore innaturale. E tutto questo prima che il caso venisse a galla. Mentre potrebbe slittare alla settimana prossima la decisione sugli altri corpi dei pazienti deceduti che dovranno essere riesumati per essere sottoposti a autopsia per accertare la presenza di Valium o altro farmaco.

di ROCCO SARUBBI