Emergenza profughi, presidio dei sindacati in prefettura: "Aprire canali legali"

I sindacati hanno incontrato il prefetto e avanzato le proposte per far fronte all'emergenza: "Istituire dei campi di accoglienza in Nord Africa sotto l'egida dell'Onu e cambiare Dublino III"

La performance teatrale sull'immigrazione davanti alla Prefettura di Bergamo

La performance teatrale sull'immigrazione davanti alla Prefettura di Bergamo

Bergamo, 24 aprile 2015 - Un presidio davanti alla prefettura di Bergamo per sensibilizzare l'opinione pubblica sul dramma vissuto dai migranti, con la parola d'ordine: “Fermare subito le stragi nel Mediterraneo”. Il sit in si è tenuto in via Tasso, promosso dai sindacati confederali, con l'adesione delle associazioni del territorio, nel pomeriggio. Ed è stato anche una forma di spettacolo, grazie alla performance teatrale che ha coinvolto ragazzi africani e italiani (organizzata dall’associazione Teatro Isabelle Il Capriolo). Donne e uomini stesi sul selciato accuditi da altri uomini e altre donne in un messaggio di cura reciproca. Intorno, alcuni cittadini si sono radunati in cerchio a osservare.

I rappresentanti dei sindacati confederali, Luigi Bresciani per la CGIL, Ferdinando Piccinini per la CISL e Amerigo Cortinovis per la UIL hanno anche incontrato il Prefetto Francesca Ferrandino e il Presidente della Provincia Matteo Rossi. Il Prefetto, ricevendo il documento dei sindacati, ha garantito che lo trametterà ai superiori rappresentanti del Governo.

Secondo i sindacati le stragi delle carrette del mare hanno responsabilità precise: “Le scelte politiche e le leggi dei governi dell’UE che consegnano le persone in cerca di protezione nelle mani dei mercanti di morte. Aumentando controlli e mezzi per pattugliare le frontiere non si fermeranno le stragi. Chi scappa per salvare la propria vita e quella dei suoi cari non si ferma davanti al rischio di morire in mare. Si aprano subito vie d’accesso legali, canali umanitari, unico modo per evitare i viaggi della morte. Il governo italiano si faccia promotore di un’iniziativa per istituire nel Nord Africa centri di assistenza per richiedenti di protezione internazionale, gestiti dall’ONU, al fine di identificare i profughi e gestire la procedura per l’accesso alla protezione internazionale".

Fra le altre richieste, anche quella di cambiare il regolamento di Dublino III, e consentire alle persone tratte in salvo di scegliere il Paese dove andare "sostenendo economicamente con un fondo europeo ad hoc l’accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi. Questo consentirebbe di allentare la pressione che ora si concentra esclusivamente sui paesi costieri di primo approdo, come l’Italia".