Partorisce neonata senza vita e muore, il compagno: "Non mi resta più nulla"

Ilary Oldoni aveva 29 anni. La giovane donna stroncata da choc emorragico al Policlinico San Pietro. Indagine interna

Ilary Oldoni aveva 29 anni

Ilary Oldoni aveva 29 anni

Ponte San Pietro (Bergamo), 8 gennaio 2017 - «Adesso non mi resta più nulla. In poche ore se ne sono andate via entrambe, Ilary e Sveva. Ora voglio solo pace, nessuno me le restituirà». Michele Calefato, 33 anni, di Brusaporto, è il compagno di Ilary e sognava di diventare il papà di Sveva. Improvvisamente è stato privato di entrambe: nel giorno dell’Epifania ha perso la compagna con cui aveva deciso di costruire una famiglia a Calcinate (dove la coppia abitava in via Manzoni) e la bimba che la donna portava in grembo. Un dramma che si è consumato in poche ore. Ilary Oldoni, 29 anni, originaria di Cavernago, lavorava come operaia a Calcinate. Un bel sorriso, fisico da atleta (aveva giocato a pallavolo nella Volley 2C) era alla prima gravidanza, iniziata otto mesi fa e proseguita senza problemi.  Le prime avvisaglie di ciò che sarebbe accaduto iniziano a metà della scorsa settimana. Ilary si rende conto che non sente più alcun movimento della bimba che porta in grembo. Perciò venerdì si fa accompagnare al Policlinico di Ponte S. Pietro, dove lavora il ginecologo che la segue. Ed i riscontri medici danno un esito terribile per la giovane madre e il suo compagno: la neonata è deceduta. Un caso di morte intrauterina fetale che avviene nell’1% delle gravidanze, con il feto che muore per mancanza di ossigeno. Ilary e Michele chiedono e ottengono che la piccola venga comunque battezzata con i nome di Sveva. Poi Ilary subisce un parto indotto per asportare la neonata morta e dopo l’operazione ha perdite di sangue che non sono però tali da preoccupare i medici.

Tutto sembra sotto controllo, ma nel pomeriggio la situazione precipita, a causa di un “grave choc emorragico”. Ilary inizia a perdere una quantità sempre maggiore di sangue; i medici decidono di operarla, ma alla fine sopraggiunge il decesso.  Al momento non vi sono denunce da parte dei familiari, nè fascicoli aperti in Procura. La direzione del Policlinico ha deciso di far eseguire ad altra struttura sanitaria accertamenti diagnostici per verificare se siano state seguite in modo corretto tutte le procedure del caso.