
Bandiera di Legambiente
Milano, 21 novembre 2016 - L’alta velocità Treviglio-Brescia “è costata 2,1 miliardi di euro e il servizio per i pendolari peggiorerà”. A lanciare l’allarme è Legambiente Lombardia, in vista dell’apertura a dicembre del tratto di AV sulla linea Milano-Verona e alla contestale sostituzione dei Freccia Bianca con i Freccia Rossa. L’associazione ambientalista spiega che “si tratta di 40 km di TAV, da Treviglio a Brescia, costati 52 milioni a km, che possono essere esclusivamente utilizzati dai treni superveloci e non più dalle Frecce bianche”. Per il responsabile trasporti di Legambiente, Dario Balotta, “quella dell’alta velocità in Pianura padana si sta rivelando una scelta sbagliata perché la domanda di traffico è prevalentemente pendolare/residenziale e di breve distanza che necessità di treni locali, interregionali o intercity”. Insomma “sarebbe servito un quadruplicamento veloce dei binari come sulla Milano Treviglio anche sulla Treviglio Brescia, per rispondere meglio alle esigenze dei pendolari e a quelle intercity”. Invece così facendo su questa linea “i pendolari delle Frecce bianche” dalle fine dell’anno “saranno costretti al ritorno ai treni regionali” (la protesta #sbiancalafreccia - LEGGI).
E domani sulla questione la Lega Nord ha presentato una mozione in Consiglio regionale. Il primo firmatario, il consigliere Fabio Rolfi, ha sottolineato che il documento chiede “di rinnovare l’accordo per l’uso dei Frecciarossa per tutto il 2017 ai possessori dell’integrazione Carta Plus”. Inoltre “vogliamo che vengano fatte valutazioni opportune per comprendere se sia possibile rimettere a regime questa integrazione, non soltanto per l’anno prossimo ma anche per gli anni a venire. Contemporaneamente sollecitiamo Trenord perché in tempi ragionevoli potenzi il servizio offerto con nuovi treni regionali veloci, per contrastare il sovraffollamento ormai inaccettabile dei mezzi attuali”. La Regione, aggiunge Rolfi, “proprio come ha fatto nei mesi scorsi, deve scendere in campo a fianco dei pendolari che in questi giorni stanno protestando contro decisioni dettate dalla logica del mercato, che riportano indietro l’orologio della viabilità ferroviaria ad oltre un ventennio fa”.