Basket, morto John Fultz: a Varese vinse la Coppa Intercontinentale

Una stagione nella grande Ignis di inizio anni '70 come straniero nelle competizioni europee. Con i gialloblù arrivò anche in finale di Coppa dei Campioni, persa contro il Cska Mosca nonostante i suoi 22 punti

John Fultz in maglia Ignis (Pallacanestrovarese.it)

John Fultz in maglia Ignis (Pallacanestrovarese.it)

Basket italiano in lutto per John Fultz. Il giocatore di pallacanestro, classe 1948, è morto oggi, venerdì 13 gennaio. A giugno era stato vittima di un incidente in moto, dal quale non si era mai completamente ripreso. Il suo nome in Italia rimarrà indissolubilmente legato alla città di Bologna, sponda Virtus. In bianconero, infatti, Fultz - che sotto le Due Torri si guadagnò il soprannome di Kociss, per i capelli lunghi, il look da frontiera e la sua simpatia per il movimento hippy - è stato giocatore all'inizio degli anni '70 e allenatore delle giovanili a metà del decennio successivo. La sua prima esperienza fra i nostri confini, però, è stata con la Pallacanestro Varese.

Fultz a Varese

Fu la Ignis a portarlo in Italia nella stagione 1970-71, nel ruolo di "straniero di coppa". A quell'epoca, infatti, in campionato si poteva schierare solo un giocatore proveniente dall'estero e quella casella, nel club gialloblù, era occupata dalla stella messicana Manuel Raga. Diverse le regole per le competizioni continentali: Fultz, chiamato a Varese da Aza Nikolic, potè mettere in mostra il suo talento sui parquet europei. Con la Ignis vinse la Coppa Intercontinentale, messa in bacheca grazie al primo posto in un girone all'italiana con Real Madrid, Corinthians, Slavia Praga e gli americani del Columbia Sertoma Club (squadra che militava in una lega minore a stelle e strisce) e raggiunse la finale di Coppa dei Campioni. 

Nella massima competizione europea Varese incontrò all'ultimo atto la corazzata Cska Mosca. Nel match disputato ad Anversa Fultz - che giocava alternativamente nei due ruoli all'ala - fu il miglior realizzatore per i bosini, mettendo a segno 22 punti. Un bottino insufficiente a portare a casa il trofeo, conquistato dagli allora sovietici con il risultato di 67-53.

Il ricordo dell'esperienza varesina

Qualche anno fa Fultz ha rilasciato un'intervista alla testata online Dailybasket, in cui ha avuto parole affettuose nei confronti dei suoi ex compagni di squadra a Varese. "Non fu semplice per me", raccontò Fultz, adattarsi al ruolo di straniero di coppa. "Ma trovai una squadra fortissima. Con Manuel Raga legai subito, eravamo anche compagni di stanza - il suo ricordo - E poi c’erano Dino Meneghin, che subito iniziò a chiamarmi 'Gianni', 'Capitan Uncino' Flaborea, Ossola, Rusconi, Bulgheroni. Fu una bella annata, arrivammo ancora una volta alla finale di Coppa Campioni e la perdemmo contro l’Armata Rossa di Belov. I miei compagni pagarono con la stanchezza la partita che avevano appena disputato con la Simmenthal, un vero e proprio 'spareggio' di campionato. Finì 67-53 per loro, ne misi 22 con 11 rimbalzi, ma non bastò".

Il saluto della società

Nel primo pomeriggio è arrivata una nota della Pallacanestro Varese in ricordo di John Fultz, definito "leggenda del nostro basket".  Il comunicato prosegue ricordando l'annata in gialloblù dell'ala nativa di Boston, con la vittoria in Coppa Intercontinentale e la finale raggiunta in Coppa dei Campioni.