Ridere di gusto: la commedia regina del Baff

Capolavori italiani a Busto Arsizio

 Vittorio Gassman in una scena di “L’armata Brancaleone

Vittorio Gassman in una scena di “L’armata Brancaleone

Busto Arsizio (Varese), 16 aprile 2015. Anno tredicesimo, e secondo della direzione spigliata e conviviale dell’espertone Steve Della Casa: si va a incominciare l’edizione 2015 del Busto Arsizio Film Festival (da sabato al 24 aprile), nel segno della commedia, che in fondo ha accompagnato ciclicamente le scorse puntate, costituendo una caratteristica naturale del Baff, organizzato dall’associazione B.A. Film Factory e dal Comune di Busto Arsizio, con l’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni.

Nel misurato equilibrio tra film e ospiti, non di passerella, ma di passaggio culturale, tra cui Gianmarco Tognazzi, Pasquale Squitieri, Samanta Cornaviera, Giorgio Pasotti, Walter Veltroni e Vittorio Sgarbi (“documentato” in “Sgarbistan” di Elisabetta Marelli) c’è anche una madrina d’élite, Valeria Solarino, alla quale si fa onore con due pellicole, “La terra dei santi”, esordio alla regia di Fernando Muraca e, in anteprima assoluta, “Mi chiamo Maya”, di Tommaso Agnese (in sala dal 7 maggio). Ma è Sergio Castellitto, insignito del premio Platinum Dino Ceccuzzi all’eccellenza cinematografica, a inaugurare il festival (sabato sera) presentando l’ultimo film “Nessuno si salva da solo”.

Il Baff 2015, dedicato alla commedia italiana, punta quest’anno su Mario Monicelli, con una mostra e un gruppetto di film restaurati. Diciamo una quasi-mostra, perché è un’anteprima dell’esposizione “Mario Monicelli e Rap - 100 anni di cinema”, tra stampe pittoriche realizzate da Rap (Chiara Rapaccini), e una selezione di foto dai set, l’immancabile convegno e la proiezione di due capolavori, “Risate di gioia” con Anna Magnani e Totò, e “L’armata Brancaleone”, con Vittorio Gassman, oltre al documentario “Vicino al Colosseo c’è Monti”.Ci sentiamo di consigliare, mentre sta uscendo anche nelle sale, il documentario di Veltroni “I bambini sanno”, sensibile, divertente e toccante resoconto dal pianeta al di sotto del metro d’altezza, opera seconda che Veltroni accompagna a Busto, sostenendo anche una masterclass aperta.

Sul destino complessivo del festival dice il direttore: "Busto Arsizio è una delle città italiane a più alta densità di cineforum esistenti, amati e apprezzati da un pubblico attento e competente. Inoltre esiste una scuola d’elite come l’Istituto Antonioni, e una Film Commission attiva da parecchi anni. In questa situazione, il festival è come l’extra di un dvd. Nei giorni della manifestazione, noi portiamo a Busto attori e registi noti, gente popolare che parlerà di cinema, giornalisti, storici e critici della settima arte. Ma non sarà un tappeto rosso fine a se stesso". Novità di quest’anno, la sezione “Made in Italy – Anticipazioni”: il bustese Max Croc racconterà il suo prossimo film “Poli opposti” entrando nelle maglie del meccanismo produttivo cinematografico e svelandone molti segreti.