ROSELLA FORMENTI
Cronaca

L’infermiere, l’architetto, il ludopatico: chi sono i truffatori delle donne fragili tra Induno Olona e Busto Arsizio

Varese, il terzetto di indagati prova a difendersi davanti al giudice negli interrogatori di garanzia ma le intercettazioni li inchiodano: così raggiravano le loro vittime

Uno degli arrestati portato in caserma (Frame video)

Uno degli arrestati portato in caserma (Frame video)

Busto Arsizio, 1 settembre 2023 – Spregiudicati, cinici, senza alcun freno morale né una scintilla di umanità che potesse all’improvviso accendersi fermandoli di fronte alla fragilità delle loro vittime, donne sole, con problemi psichici, ma con solidi patrimoni finanziari nelle loro disponibilità, eredità dei genitori, sui quali i tre uomini arrestati l’altro giorno dalla Guardia di finanza di Varese, con l’accusa di circonvenzione di incapace, avrebbero messo le mani, il valore stimato oltre un milione e 200 mila euro.

Gioacchino Fera, 53 anni, infermiere, Andrea Luraschi, 34 anni, architetto e Giuseppe Santuccione, 46 anni, sono comparsi ieri mattina per l’interrogatorio di garanzia davanti al gip, i primi due, difesi dall’avvocato Rita Mallone, con dichiarazioni spontanee hanno fornito una loro versione dei fatti, respingendo le accuse e sostenendo di aver ricevuto i soldi offerti spontaneamente dalle donne, senza "condotte manipolatorie" da parte loro; il terzo ascoltato con rogatoria da Pescara, dove risiede, ha negato tutto.

Le accuse nei confronti dei tre indagati, che sarebbero tutti ludopatici, sono pesanti: gli investigatori della Guardia di Finanza, coordinati dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, nella loro attività si sono avvalsi anche delle intercettazioni telefoniche ed è nelle conversazioni intercettate che sono emersi elementi fondamentali per ricostruire la vicenda, che sconcerta per la completa assenza di rispetto nei confronti delle vittime, donne fragili, deboli, diventate per questo, secondo l’accusa, facile preda della "fame" di soldi dei tre arrestati.

Raggirate, plagiate, convinte a fidarsi, depredate dei loro patrimoni e in un caso, quello della 56enne di Induno Olona con la madre malata, poi deceduta, facendo anche credere alla donna da parte dell’infermiere di essere innamorato per poter mettere a segno il raggiro assicurandole che sarebbe stato costruito un poliambulatorio con il denaro dell’anziana. Ma per l’infermiere e i suoi complici ben altra sarebbe stata la destinazione dei soldi.

La prima vittima, 56 anni, di Busto Arsizio, non ha più nulla: il patrimonio, immobili e denaro, spolpato dai tre, vive in un alloggio popolare con il sostegno dei Servizi sociali in un Comune della Valle Olona. All’altra è stata evitata la medesima sorte dopo che aveva già “staccato“ bonifici per 200mila euro grazie all’intervento dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, insieme al Nucleo di polizia economica della Guardia di Finanza di Varese che ha bloccato il riscatto di una polizza-vita del valore di 300mila euro che sarebbero finiti nelle mani dei tre arrestati. Ieri davanti al gip, la difesa ha chiesto il ritorno in libertà degli indagati.