ANDREA GIANNI
Cronaca

Saronno, 14 arresti per tangenti: Dario Lonardoni, "mio figlio chiarirà tutto"

Coinvolto nell'inchiesta il figlio dell'assessore ai Lavori pubblici ed ex dg di Ferrovienord: secondo le accuse avrebbe favorito imprenditori in cambio di denaro

Dario Lonardoni

Saronno (Varese), 4 ottobre 2016 - "Mio figlio Davide non si occupava di appalti: come genitore sono sotto choc per quello che è accaduto, mi auguro che chiarisca tutto al più presto". Dario Lonardoni, il padre del dipendente della società Nord_Ing del gruppo Ferrovie Nord Milano arrestato nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Milano su presunte tangenti per opere pubbliche, racconta di aver appreso dell’arresto "guardando il telegiornale".

Il suo è un nome che per anni ha contato all’interno del gruppo che gestisce i trasporti ferroviari in Lombardia. In pensione dal 2012, ha concluso la sua lunga carriera con l’incarico di direttore generale di Ferrovienord, un ramo che si occupa di rete e stazioni dislocate su cinque linee. Alle scorse elezioni Comunali si era candidato sindaco con la lista Saronno al Centro e ora ha l’incarico di assessore ai Lavori pubblici nella Giunta di Alessandro Fagioli.

Il figlio, Davide Lonardoni, originario di Saronno e residente da anni a Milano, dopo gli studi e le prime esperienze lavorative è entrato nel gruppo, nella società Nord_Ing che si occupa degli interventi di potenziamento e ammodernamento della linea ferroviaria. Ieri è finito in carcere, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato ad altri 13 arresti. Tra i reati contestati a vario titolo quello di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Sono finiti sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di finanza di Milano subappalti di opere pubbliche in Lombardia, tra cui quello relativo alla linea ferroviaria che collega i due terminal dell’aeroporto di Malpensa. Secondo gli inquirenti imprenditori, tra cui alcuni ritenuti vicini alla ’ndrangheta, erano riusciti ad ottenere in subappalto i lavori per il collegamento ferroviario versando mazzette a Davide Lonardoni, che ora deve rispondere di pesanti accuse.

"Mio figlio non aveva un ruolo dirigenziale, con responsabilità sugli appalti - sottolinea Dario Lonardoni - si occupava principalmente di sicurezza nei cantieri. Questa notizia è stato un fulmine a ciel sereno, cercherò di capire quello che è accaduto parlando con mio figlio e con il suo legale. Non ho elementi per avanzare ipotesi - conclude - spero solo che si faccia chiarezza al più presto". Intanto ieri è arrivata anche un precisazione di Andrea Gibelli, presidente di Ferrovie Nord Milano: "Nessuna società del gruppo Fnm è coinvolta nell’indagine, un dipendente di una delle società del gruppo è interessato dall’indagine a titolo personale".