Sindaci e cittadini dell’Abbiatense: "Il trasporto pubblico è un disastro"

Sotto accusa la rete dei collegamenti extraurbani su gomma. "I più penalizzati sono gli studenti"

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di Giovanni Chiodini

Studenti, genitori, sindaci. Tante voci per raccontare lo stesso disagio, quello di un trasporto urbano insufficiente, inadeguato e insicuro. Da chi ha raccontato delle volte che non è potuto salire sugli autobus perché già strapieni a chi ha viaggiato in condizioni di sicurezza precaria, con le portiere non del tutto chiuse, da chi è rimasto a piedi perché l’autobus non è passato a chi deve entrare a scuola quasi di nascosto per non farsi annotare il ritardo o la prima ora di assenza, avendo già usufruito di tutti i "bonus" annuali.

"Che il problema sia di forte attualità è stato testimoniato dalla presenza nutrita di persone all’assemblea che abbiamo organizzato venerdì sera. C’erano i sindaci di Cisliano, Vermezzo, Gudo, i Comitati dei Pendolari, ma soprattutto studenti e genitori. Al termine dalla riunione – ha spiegato il sindaco di Cassinetta di Lugagnano Domenico Finiguerra - abbiamo deciso la costituzione di un gruppo di lavoro misto, intercomunale, con la partecipazione di rappresentanti dei vari soggetti in causa. Questo gruppo, che inizierà a riunirsi nelle prossime settimane, dovrà valutare quali azioni istituzionali intraprendere congiuntamente, dopo che già ne sono state fatte dai diversi sindaci in questi ultimi mesi senza ottenere sostanziali migliorie dei servizi; quali occasioni di mobilitazione proporre e anche adire ad eventuali azioni legali in tema di mancata attuazione di pubblico servizio. Su quest’ultima ipotesi dovremo coordinarci con chi ha già mosso qualche passo a riguardo, come ad esempio il Comune di Gaggiano".

Finiguerra ha evidenziato che il problema è unanime a tutti gli studenti dei Comuni dell’Abbiatense che afferiscono alle scuole superiori di Magenta e Abbiategrasso. "Ho scritto a tutti i dirigenti scolastici per giustificare le assenze e i ritardi dei miei studenti che stanno subendo giornalmente i disagi. Non tutti - afferma - hanno genitori e nonni disponibili a supplire nell’immediatezza un bus che non passa o che li lascia a piedi alla fermata". Una delle proposte è quella di coinvolgere nelle azioni di protesta anche gli studenti che risiedono nelle città dove si trovano le scuole superiori, e che non si recano a scuola con i mezzi pubblici, per far sì che la voce sia univoca e quanto più partecipata".