"Siamo stanchi di lavorare sempre in perdita"

Anche a Varese la mobilitazione di Coldiretti: "Strangolati da costi di produzione alle stelle e guadagni al lumicino, siamo stremati"

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di Giovanni Chiodini

Le principali piazze dei capoluoghi di provincia ieri mattina si sono colorate di gialloverde, il colore delle bandiere della Coldiretti. E anche Varese non è stata da meno. "Nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia c’erano non meno di 3000 coltivatori lombardi nelle piazze", affermano dalla Coldiretti.

Il settore agricolo è sceso in piazza per sottolineare lo stato di disagio che stanno vivendo a fronte di un crescente aumento dei prezzi, dai prodotti tecnici all’energia, a cui non corrisponde un incremento dei costi che le aziende di trasformazione riconoscono agli agricoltori. "Nel periodo della pandemia abbiamo continuato a lavorare in silenzio per garantire alla popolazione i prodotti alimentari sugli scaffali dei supermercato. Ora però non possiamo più tacere. Tutto il settore - afferma Alessandro Rota della Coldiretti Milano, Lodi, Pavia e Monza Brianza - deve far fronte ai rincari dell’energia, che stanno avendo un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola. L’incremento dei costi di produzione produrrà un taglio dei raccolti col rischio di assistere ad un aumento della dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari, con l’Italia che è già obbligata ad importare il 64% del grano per il pane, il 44% di quello necessario per la pasta, ma anche il 16% del latte consumato e il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale, senza dimenticare il mais e la soia fondamentali per l’alimentazione degli animali". La manifestazione è stata promossa alla vigilia della nuova stagione delle semine che si preannuncia carica di aumenti. "In queste settimane gli agricoltori – spiegano da Coldiretti Varese – sono costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione".

Inoltre "l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%)". Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono, neanche a coprire i costi di produzione. "Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltore. Per il latte, ad esempio, l’agricoltore spende 46 centesimi ad ogni litro prodotto, ne riceve dai 39 ai 41 centesimi. Nelle stalle si lavora in perdita", afferma Rota.