
Il sindaco Fagioli con la fascia tricolore il 25 Aprile
Saronno (Varese) 31 maggio 2017 - Dopo il 25 Aprile celebrato in due round, prima dal Comune poi dall’Anpi, per evitare le contestazioni degli anarchici del centro sociale Telos l’Amministrazione rinuncia completamente alle celebrazioni per il 2 giugno per «evitare altre tensioni alla città». Ufficialmente. In realtà il sospetto è che al municipio a trazione leghista e al suo sindaco, il lumbàrd doc Alessandro Fagioli, noto per aver sostituito in un’occasione la fascia tricolore con un analogo capo di colore bianco e celeste (le tinte del gonfalone saronnese), le iniziative dal sapore patriotico non vadano troppo a genio.
Tanti indizi, forse, fanno una prova. Per la prima volta, per esempio, dagli spazi dedicate dalle affissioni cittadine e dalla pagina del Saronno Sette, l’informatore settimanale comunale non fanno capolino tricolori che accompagnano il programma delle celebrazioni. Tradizionalmente nella città degli amaretti il 2 giugno veniva festeggiato con l’alzabandiera, il discorso del sindaco e un lancio di paracadutisti. Come avvenuto ad esempio l’anno scorso, quando piazza Libertà era gremita di famiglie, intente a godersi lo spettacolo dell’arrivo dei parà dell’associazione cittadina che hanno volteggiato sul centro storico prima di scendere sul sagrato. C’era stato anche un corteo fino al monumento di El Alamein con discorsi ufficiali, un altro alzabandiera e la toccante cerimonia del cambio di paracadute.
Quest’anno, invece, niente. Neanche l’alzabandiera. Neanche una comunicazione dell’Amministrazione. Semplicemente a Saronno non c’è traccia della Festa della Repubblica. Solo interrogato il sindaco Alessandro Fagioli risponde con un stringatissimo commento: «La città nell’ultimo mese ha già subito troppi attacchi di varia natura – esordisce, riferendosi alle occupazioni del centro sociale Telos e alle tante iniziative di proteste contro i Daspo urbani e non ultime le scritte contro la Lega nord realizzate nel fine settimana - Per questioni di ordine pubblico e trattandosi di attività rinunciabile in quanto non prevista dai cerimoniali si è scelto di non effettuare cerimonie, che come previsto sono invece organizzate nei capoluogo di provincia».
Una posizione che probabilmente non stupirà i saronnesi che da quando il sindaco leghista è in carica hanno assistito a una progressiva sparizione di tutto quello che è bianco, rosso e verde. Prima c’è stata la fascia del primo cittadino: Fagioli l’ha indossata solo per la prima seduta del consiglio comunale, per la visita dell’allora premier Matteo Renzi alla fabbrica del Disaronno, e per l’ultima celebrazione del 25 aprile. Non solo: niente tricolore per le strade cittadine e alle inaugurazioni. Già, perché da tempo il sindaco ha chiesto al cerimoniale di sostituire il tradizionale nastro con un fiocco di colore biancoceleste, creato ad hoc. Il primo cittadino, infine, non ha mai partecipato alle cerimonie per il IV novembre e per il 2 giugno, momenti in cui è stato sostituito dall’assessore di Fratelli d’Italia Gianangelo Tosi. Proprio lui, l’assessore agli Affari Generali, che non ha nascosto la propria emozione nell’indossare la fascia tricolore, appoggia in pieno la scelta di rinunciare alle celebrazioni. «Condivido la decisione. Frutto di prudenza e attenzione al difficile e conflittuale momento vissuto dalla città». E così niente alzabandiera, niente messa, niente corteo. I saronnesi potranno insomma godersi senza remore una gita fuori porta.