GIUSEPPE DI MATTEO
Cronaca

Sarah Maestri: adesso vi insegno a fare cinema

La bella attrice di Luino racconta il suo 2016 tra cinema, teatro e letteratura. E sogna di vedere il suo Varese in serie D

Sarah Maestri sul set de "Il pretore di Cuvio" (Foto NEWPRESS)

Varese, 21 gennaio 2016- Sarà un 2016 scoppiettante per Sarah Maestri, tra cinema, teatro e la stesura del suo nuovo romanzo. Senza dimenticare il Varese calcio, da sempre una sua grandissima passione.

Allora, Maestri, cosa bolle in pentola?

"Guardi, mi ha beccata giusto in tempo (ride). Sto partendo per Roma. Beh, intanto è in cantiere il mio secondo romanzo, che parla dell’adozione della mia bambina. Non ho ancora pensato al titolo definitivo, anche se “Un amore non ha sangue” potrebbe essere un’ipotesi. Poi c’è il mio spettacolo teatrale, a Roma, che partirà ad aprile (“Piccoli crimini coniugali”, ndr). Ma la vera novità è un’altra".

Quale?

"Collaborerò con la mia casa di produzione ai corsi di recitazione cinematografica in programma a Varese a partire dal 6 e 7 febbraio, e che dureranno fino a giugno. Le lezioni inizieranno ogni primo week end del mese, e sono finalizzate all’apprendimento delle tecniche di recitazione secondo il metodo Stanislavskij - Strasberg, vale a dire attraverso una serie di esercitazioni singole e collettive davanti alla macchina da presa. E alla fine, tutti i partecipanti sperimenteranno il percorso completo della creazione e realizzazione di un vero e proprio cortometraggio,al quale prenderanno parte in prima persona nel ruolo di attori. Un’idea che è nata dal grande successo ottenuto l’anno scorso con il corso di primo livello e la realizzazione del cortometraggio “13 a tavola”. Sono molto contenta, anche perché sarò affiancata da registi di grido. Il 6 e 7 febbraio ci saranno Andrea Lanfredi e Nicola Parolini".

Al momento quale bilancio pensa di poter fare della sua carriera?

"Il passato non ha futuro, anche se è molto forte. Comunque, penso che sia più che positivo. Ho dato e ricevuto moltissimo. E ci sono state anche esperienze molto intense: su tutte, il Pretore di Cuvio, che ha avuto anche momenti bellissimi e di grande difficoltà".

Lei è anche una grande tifosa di calcio, e in particolare del Varese. La promozione in serie D è possibile? E come la festeggerà, se dovesse arrivare?

"Intanto, speriamo che arrivi. Come sa, fino a poco tempo fa ero nel cda della squadra, e sono stata anche responsabile del settore marketing. Mi sono spesa giorno e notte per i miei colori, e credo ne sia valsa la pena. Mi auguro, come tutti i varesini, che ce la si possa fare. Tra l’altro, il presidente ha anche detto che in caso di promozione avrei dovuto ballare con lui il rock acrobatico in campo. Una bella sfida, visto che non so ballare, ma sono pronta (ride)".

In primavera a Varese ci saranno le elezioni amministrative. Secondo lei, di cosa avrebbe bisogno la città?

"Di tutto e di niente, nel senso che la considero una sorta di limbo felice, con grandi potenzialità, ma anche con una grande qualità della vita rispetto ad altri centri".

Non mi dirà che è tutto a posto...

"Bisognerebbe investire un po’ di più sui giovani e sulle infrastrutture. E magari, avere anche un teatro. Ma lo ripeto, dopo aver vissuto 17 anni fuori, ora mi rendo conto di quanto Varese sia vivibile. La sua situazione, per molti aspetti, è davvero invidiabile".