
Era un luogo dimenticato da anni, utilizzato ormai come magazzino. Ora sarà visitabile da tutti i varesini. L’antico Sacrario di epoca fascista conservato all’interno della Questura di Varese è stato riaperto ieri in seguito ad un intervento di restauro voluto dal questore Giovanni Pepè. Un regalo che ha voluto fare alla città proprio a conclusione del suo mandato in piazza Libertà, durato 4 anni. Lunedì, infatti, si insedierà il suo successore Michele Morelli. Prima di congedarsi, dunque, Pepè ha voluto aprire le porte di un ambiente molto significativo dal punto di vista architettonico. I lavori di recupero del locale hanno permesso, inoltre, di effettuare un’inattesa scoperta: la presenza di una parete in ceramica realizzata dal celebre ceramista e architetto triestino Guido Andlovitzo.
Si tratta di piastrelle di colore nero, prodotte a Laveno Mombello, su cui sono presenti decori in oro zecchino. Un’opera pregevole che crea così un ponte tra Varese e Laveno, testimoniato dalla presenza dei due sindaci alla cerimonia di inaugurazione. Grazie alla collaborazione dell’amministrazione lavenese sono stati ritrovati i progetti originali di Andlovitz, di cui si possono ammirare diverse opere presso il Museo internazionale design ceramico a Cerro di Laveno. Il sacrario, sottoposto al vincolo di tutela del patrimonio culturale dello Stato, è stato definito luogo di interesse storico dalla direttrice dei Musei Civici di Varese. È una saletta a forma circolare che ricorda i caduti di epoca fascista. Lorenzo Crespi