
di Rosella Formenti
C’è un’immagine che da bambino colpisce la fantasia di Bruno Paneghini, 56 anni, presidente di Reti Spa, l’orma lasciata dal primo uomo sbarcato sulla luna, un segno destinato a restare nel tempo. L’immagine lo accompagna negli anni e lui, ragazzo curioso e sempre più affascinato da tutto ciò che è tecnologia, comincia ad avvertire il desiderio di creare qualcosa che possa lasciare il segno, come quell’orma sulla luna. Quel desiderio lo ha spinto lontano: Paneghini è a capo della grande società specializzata in servizi di consulenza informatica con sede a Busto Arsizio, in via Dante, nel settore è stato certo un pioniere come il primo uomo sulla luna.
Giovane, con diploma in telecomunicazioni in tasca, non ha avuto paura di misurarsi con la sfida tecnologica, avviando la sua attività in proprio, nella sua città, dopo esperienze lavorative in aziende importanti, tra cui Olivetti. Oggi Reti ha 350 dipendenti, l’età media è 30 anni, è società benefit e tra le quattromila al mondo con certificazione BCorp, riconosciuta a imprese che assicurano standard rigorosi di trasparenza e sostenibilità nell’innovazione. Dal 10 settembre 2020 è quotata in Borsa.
Presidente quando nasce Reti?
"Avvio la mia attività nel 1994, posso dire di essere partito in un garage, un solo dipendente, il sottoscritto, ma tanta voglia di fare. Cinque anni dopo, nel 1999 i dipendenti sono 30, i clienti acquisisti importanti, imprese, banche, assicurazioni, ma per me non è il traguardo, lo sviluppo di Internet è un’altra occasione per migliorare, andare avanti. E c’è bisogno di nuovi spazi, individuo l’area adatta al mio progetto, è il complesso di uno storico cotonificio, il primo atto, l’acquisto nel 2002 della villa, che diventa il nostro laboratorio tecnologico nel quale applichiamo i sistemi più all’avanguardia". Seguono anni di grande crescita per Reti e lei ha nel cassetto un altro sogno.
"Non mi fermo, anche se i miei genitori, vedendo quanto ho realizzato, vorrebbero il contrario, ma mi comprendono, quindi mi sostengono come mia moglie Ilenia Carnio, acquisto quindi i vecchi edifici dello storico Cotonificio Venzaghi e nel 2015, con la riqualificazione della maggior parte di quegli immobili, testimonianze della storia industriale cittadina che vengono conservate, apre il nostro Campus, spazio ideale per la formazione dei nostri professionisti e l’incontro con i clienti, un ambiente creato per stimolare idee, in cui convivono perfettamente tecnologia e arte, che ritengo una continua fonte di ispirazione, con le opere moderne della mia collezione che sono esposte, passione che coltivo con mia moglie. Ancora qualche anno e tutto il complesso sarà riqualificato, all’interno ci sarà un residence per gli studenti che frequentano i corsi biennali post diploma dell’Its Incom, di cui Reti è socio fondatore, culla di giovani talenti, un autentico vivaio e un ristorante".
Oggi, in un momento così difficile, che cosa consiglia ai giovani?
"La pandemia ci sta dando l’opportunità per cambiare visione della vita e dei rapporti sociali, ai giovani dico che anche nelle situazioni negative emerge sempre qualcosa di positivo da valorizzare, quindi non devono avere paura, ma osare: se si crede in quello che si sta facendo, si arriva al traguardo, i giovani hanno energie ed entusiasmo, diamo loro l’occasione per esprimere il potenziale che hanno dentro. E noi a Reti crediamo nei giovani talenti".