Ghirla, pensiline liberty divorate dalla ruggine

Dalla battaglia al silenzio. E la stazione della tramvia va a pezzi

Le pensiline divorate dalla ruggine

Le pensiline divorate dalla ruggine

Ghirla (Varese), 30 marzo 2019 - La ruggine continua a divorare le antiche pensiline, e le panchine dalla forma che ricorda rami degli alberi sono sempre più bisognose di restauro. Con lo scorrere del tempo aumenta il rischio che il tetto dell’edificio crolli, sui muri si accumulano scritte tracciate dai vandali. Al piano terra, unica traccia di vita, la biglietteria utilizzata dai passeggeri dei bus. Sono trascorsi quasi due anni dalla mobilitazione per salvare la stazione di Ghirla della tramvia della Valganna, linea costruita nei primi anni del ’900 che collegava Varese a Luino e Ponte Tresa, al confine con la Svizzera, dismessa dal febbraio 1955. Un gioiello liberty abbandonato, progettato dal maestro Giuseppe Sommaruga, alle porte del sentiero che conduce al laghetto di origine glaciale e al campeggio frequentato da numerosi turisti del Nord Europa. Una raccolta fondi online promossa dall’associazione Italia Liberty finita nel nulla, progetti e tante idee, appelli a enti pubblici e privati che non hanno portato a risultati concreti. L’edificio è ancora di proprietà statale: il Demanio lo affitta come biglietteria e fermata dei bus alla società Autolinee Varesine. E alla fine del 2019, quando scadrà il contratto di locazione, potrebbe giocarsi una partita sulla riqualificazione dai contorni ancora indefiniti.

«Ci chiediamo che cosa succederà alla scadenza del contratto, spero che questa storia non finisca nel dimenticatoio», spiega Paolo Ricciardi, ideatore del sito internet Valganna.info, che da anni sta portando avanti una battaglia per la stazione di Ghirla e una minuziosa raccolta di fotografie e documenti dell’epoca della tramvia. Ricciardi ricorda l’ultima apertura al pubblico, nel giugno del 2004, per una mostra sulle tramvie che fu occasione «per sollevare l’attenzione non solo sul nostro passato ferroviario ma anche sul futuro della nostra stazione» abitata fino al 2000 dall’ultimo custode, Benito Laudati.

Negli anni scorsi l’edificio era stato inserito dal Demanio nell’elenco dei beni alienabili, in vendita al prezzo di circa 300mila euro che, probabilmente, non ha portato a un boom di offerte. Destino diverso per le altre stazioni della linea: sono state cedute a privati che hanno ristrutturato gli stabili, mentre a Ponte Tresa è stato creato il museo della tramvia.

«Nei mesi scorsi abbiamo avuto contatti con il Demanio per valorizzare la stazione ma non ci sono stati passi avanti concreti», spiega Bruna Jardini, sindaco di Valganna, paese di 1.600 abitanti che ospita la stazione di Ghirla e a maggio andrà alle urne. «Nel caso di una nuova alienazione alla fine del 2019 il Comune potrebbe farsi avanti ma servono tanti soldi, soprattutto per la ristrutturazione. Un impegno che va portato avanti, indipendentemente da chi vincerà le elezioni». Bruna Jardini vede il futuro della stazione come un info point per turisti che ricordi la storia dell’antica tramvia e gli anni d’oro del liberty, quando l’Alto Varesotto, con i laghi e le Prealpi, era meta delle vacanze di ricchi milanesi. Progetto che potrebbe convivere con la permanenza di fermata del bus e biglietteria nell’edificio protetto dal vincolo come immobile di interesse storico-artistico. In ogni caso è urgente un intervento per salvare un simbolo dei tempi che furono dal destino di altri gioielli liberty abbandonati, come il vicino Grand Hotel Campo dei Fiori, il «gigante addormentato» da mezzo secolo. Per ora vince la ruggine, che continua a corrodere le antiche pensiline.