Tragedia a Morazzone: padre assassino, otto ore di buco nella storia

Il giallo di Morazzone: dopo aver massacrato il figlio e aggredito la moglie Paitoni va a Varese e scompare nel nulla fino al mattino

I funerali del piccolo Daniele Paitoni

I funerali del piccolo Daniele Paitoni

Morazzone (Varese) - È stato il giorno del dolore più grande, della commozione più intensa. Nel giorno dell’addio a Daniele, all’epilogo di un viaggio nella vita durato poco più di sette anni, le indagini non si sono fermate. Il Capodanno dell’orrore si è lasciato alle spalle alcuni interrogativi ai quali rispondere. Nella tragedia ruotano quattro coltelli. Davide Paitoni era agli arresti domiciliari nell’abitazione del padre, a Morazzone. Nel locale cucina dove l’uomo ha ucciso il bambino con un fendente alla gola, i carabinieri hanno trovato due coltelli da cucina, uno con tracce di sangue e l’altro pulito. Quindi Paitoni ha impiegato un’altra arma bianca quando ha aggredito la moglie separata, davanti all’abitazione dei genitori della donna, a Gazzada Schianno. Silvia Gaggini ha dichiarato di avere riconosciuto il coltello con cui è stata colpita per tre volte, al volto, all’addome, alla schiena: era un arnese da cucina che il marito usava in casa per tagliare la carne.

Questo coltello non è stato trovato. Quando è stato bloccato dai carabinieri Paitoni aveva con sé un coltello “a spinta“, lungo ventuno centimetri, con una lama lunga dieci. Rimane da accertare come possa esserselo procurato. Su tutto questo sono in corso indagini e sopralluoghi a Morazzone e a Gazzada Schianno. Ma non sono soltanto le armi che stanno attirando l’attenzione degli inquirenti. Nella ricostruzione dell’intera vicenda, c’è un buco di otto ore da riempire. Alle 21.55 del primo gennaio la madre di Silvia Gaggini lancia l’allarme ai carabinieri della stazione di Azzate. Alle 1.20 del 2 gennaio la Volkswagen Golf di Paitoni viene trovata in viale Belforte a Varese. I militari applicano alla vettura un Gps per localizzarla appena si metterà in movimento. Vogliono seguire e fermare Paitoni. La vettura si mette in moto alle 5.50. Alle 6.30 la Golf viene alla fine intercettata nella zona di Viggiù.

Dove è stato Paitoni prima di ripartire? È vero che viale Belforte è di strada per il confine italo-svizzero, ma se era diretto lì, che ragione aveva di trattenersi a Varese per tanto tempo? Ha vagato a piedi, senza meta, magari in stato confusionale (ma era stato lucidissimo per l’omicidio del bambino e quello tentato della moglie, li aveva premeditati, organizzati freddamente con una serie di menzogne)? Paitoni aveva o ha scovato un ricovero a Varese? Nell’ordinanza di custodia cautelare il giudice per le indagini preliminari di Varese, Giuseppe Battarino, parla di "notte passata in un rifugio in città che le indagini potranno rivelare". Gli investigatori sembrano escludere l’aiuto di terzi e stanno indagando sull’eventuale disponibilità di un locale da parte di Davide Paitoni.Non ci sarebbero quindi dei complici che lo abbiano tenuto nascosto, ma un posto sicuro, forse, sì. La fuga dell’uomo è stata troncata dai carabinieri nelle vicinanze di Viggiù. Lì è sepolta la madre. Era forse il cimitero la meta del fuggitivo? Un altro dubbio al quale gli inquirenti potranno, forse, nel tempo dare una risposta.