Nell’immobile tolto ai clan appartamenti destinati alle famiglie bisognose

Busto Arsizio, alloggi sociali nell’edificio di via Amalfi .

Nell’immobile tolto ai clan appartamenti destinati alle famiglie bisognose

Nell’immobile tolto ai clan appartamenti destinati alle famiglie bisognose

Un anno fa, il 21 marzo 2023, in occasione della Giornata della memoria delle vittime della mafia, a Busto Arsizio nell’immobile ex pizzeria in via Quintino Sella era stato lanciato dall’amministrazione comunale un segnale importante con il riutilizzo di beni sequestrati alla mafia per fini sociali. In quell’occasione erano stati inaugurati due alloggi (un monolocale e un bilocale) al primo piano ristrutturati e destinati all’accoglienza abitativa temporanea in situazioni d’emergenza. Altri locali al piano terra sono stati assegnati all’associazione San Vincenzo, impegnata in collaborazione con alcune imprese del territorio a promuovere attività legate alla formazione e al contrasto all’illegalità. Una data significativa, quel 21 marzo di un anno fa, con l’avvio di un percorso che l’amministrazione prosegue confermando l’impegno nello sfruttare immobili confiscati per dare risposte a situazioni di emergenza sociale.

Un altro passo in avanti in questa direzione l’altro giorno: la Giunta, su proposta dell’assessore all’Inclusione sociale Paola Reguzzoni, ha confermato la destinazione delle unità immobiliari confiscate alla criminalità organizzata in via Amalfi 8 a finalità sociali, con particolare riferimento all’accoglienza abitativa temporanea di persone singole o nuclei familiari in condizioni di vulnerabilità socio-economica, persone con disabilità fisiche o psichiche, genitori separati o donne vittime di violenza. Nei giorni scorsi la giunta ha approvato un intervento analogo di recupero di un altro immobile confiscato e assegnato al comune dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata: è in viale Diaz 10, le spese previste per i lavori ammontano a 32 mila euro, per la metà finanziati dal comune, per l’altra metà si punta a un finanziamento regionale. R.F.