
Dopo lo stato di agitazione una schiarita dal tavolo ministeriale: l’offerta di vendita prevede l’unità dell’impresa
La situazione della Meta System è stata al centro di un tavolo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’azienda, che conta su un totale di 700 dipendenti distribuiti tra la sede principale di Reggio Emilia e quella di Mornago in provincia di Varese (dove i lavoratori sono 140), sta attraversando una fase di forte crisi economica, che ha portato lo scorso dicembre all’apertura di un concordato presso il Tribunale di Bologna. A Roma e in collegamento erano presenti rappresentanti del Ministero, dell’azienda, di Regione Lombardia e Regione Emilia Romagna, oltre ai sindaci di Reggio Emilia e Mornago.
"L’incontro ha dato alcune delle risposte che volevamo, sia da parte del Ministero che da parte dell’azienda – commentano Fim, Fiom e Uilm – ma riteniamo che occorra mantenere il massimo di attenzione e controllo rispetto alle prospettive di vendita dell’azienda". Nell’incontro i rappresentanti aziendali hanno garantito di avere chiuso accordi sufficienti per permettere l’ordinaria attività nei prossimi mesi. Entro il 27 gennaio i consulenti dovranno ricevere tutte le proposte di acquisizione ed entro il 17 febbraio presenteranno al Tribunale di Bologna la proposta di concordato per ottenerne la proroga necessaria alla continuità industriale.
L’azienda ha specificato che l’offerta di vendita dell’attività prevede l’unità dell’impresa. È già emerso l’interesse da parte di numerosi possibili compratori: almeno una trentina di realtà, tra investitori industriali e finanziari. I rappresentanti del Mimit hanno chiesto all’azienda di mantenere un confronto serrato con i delegati dei lavoratori su ogni aspetto che riguardi il futuro di Meta System, a partire dal processo di vendita e della scelta dei potenziali acquirenti.
"Come Fim, Fiom, Uilm – dicono i sindacati - continueremo a monitorare la situazione ed a chiedere sempre maggiori garanzie al fine di tutelare i posti di lavoro ed evitare spezzatini industriali che avrebbero conseguenze e impatti sociali inaccettabili". Un nuovo incontro al Ministero è previsto per il 13 febbraio.
Lorenzo Crespi