LORENZO CRESPI
Cronaca

Recovery Fund anche per Malpensa

La proposta del presidente di Univa Grassi: "Usiamo i contributi europei in chiave rilancio dell’aeroporto"

Passeggeri in transito a Malpensa

Passeggeri in transito a Malpensa

Varese, 6 ottobre 2020Il mondo dell’impresa varesina guarda al domani, sempre più incerto a causa dell’incertezza legata all’andamento della pandemia. Il tema è stato al centro dell’evento digitale “Disegniamo il futuro”, organizzato da Univa, in cui sono state delineate le strategie da seguire per risollevare uno dei territori a più alta densità manifatturiera in Italia. Un’area in cui da sempre le infrastrutture giocano un ruolo fondamentale, in primis Malpensa, da pochi giorni orfana di Alitalia. "Sono passati 20 anni dalla nascita di Malpensa 2000 e le infrastrutture di collegamento non sono ancora del tutto ultimate – ha sottolineato Roberto Grassi, presidente di Univa – nello stesso periodo la vicina Svizzera ha scavato un tunnel di 15 chilometri sotto la montagna e con la recente apertura del Ceneri ha completato il progetto dell’AlpTransit, costato circa 28 miliardi di euro. E noi?".

Una riflessione amara considerando i 3 miliardi spesi dall’Italia per l’ennesimo salvataggio della compagnia di bandiera che ormai non è neanche più presente nello scalo varesino, il più importante del Nord. Per far davvero decollare Malpensa Grassi propone di impiegare i fondi del Recovery Fund. "L’aeroporto non è bloccato solo dalla questione Alitalia – osserva il leader degli industriali varesini – Serve un progetto di istituzione di una Zona logistica semplificata che metta a disposizione del nostro aeroporto le stesse agevolazioni previste per i porti". Quindi altre due proposte di impiego dei fondi europei: da un lato il sostegno ai giovani attraverso i finanziamenti sugli istituti tecnici per puntare su una formazione mirata per il mondo del lavoro, dall’altro l’investimento sul Piano Impresa 4.0.

«L’unico vero strumento di politica industriale che il paese si è dato negli ultimi anni – sottolinea Grassi – prima che venisse smantellato funzionava benissimo". Univa individua poi tre sfide su cui concentrare forze e risorse: la sostenibilità, ambientale e sociale; l’innovazione, con la trasformazione digitale che riguarderà tutte le imprese; l’internazionalizzazione, per far ripartire l’export, colonna portante del sistema economico locale. "Abbiamo bisogno che prenda corpo con più decisione la domanda interna – continua Grassi – che le persone tornino ad avere fiducia e ad affrontare senza paura del domani anche consumi impegnativi". All’evento ha partecipato anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. "Servono una visione e un patto a favore del Paese", ha detto, sottolineando quanto il clima attuale nella classe imprenditoriale sia di incertezza e sfiducia nelle ricette di economia messe in campo.