L’imprenditore e il sindaco: "Auto e cena? Le ho pagate, siamo amici"

Bufera corruzione, sentito dai magistrati Aldo Sangalli. Fiaccolata davanti al municpio di un gruppo di cittadini

I cittadini davanti al municipio

I cittadini davanti al municipio

Lonate Pozzolo (Varese), 19 maggio 2017 - E' slittato a venerdì mattina l’interrogatorio di Danilo Rivolta, sindaco di Lonate Pozzolo arrestato martedì mattina in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Busto Arsizio per corruzione, tentata concussione e abuso d’ufficio, inizialmente previsto per giovedì. A parlare invece, per circa due ore, con gli inquirenti nell’interrogatorio di garanzia, è stato l’imprenditore Aldo Sangalli, titolare della “Malpensa Parking s.r.l” di Lonate, ai domiciliari in via cautelare con l’accusa di corruzione, nell’ambito della medesima inchiesta che vedrebbe Rivolta al centro di un “sistema” corruttivo attraverso il quale avrebbe ottenuto denaro, favori e altre utilità da imprenditori interessati alla “corsia preferenziale” in tema di pratiche edilizie che il sindaco avrebbe fornito attraverso lo studio di suo fratello (Fulvio Rivolta, anche lui ai domiciliari) e con la complicità della compagna Orietta Liccati, ex assessore del comune di Gallarate a sua volta indagata.

"Dovevo restituire il denaro chiesto in leasing da mio padre, quando costruimmo il multipiano", così Sangalli avrebbe spiegato agli inquirenti i circa 90mila euro versati sul conto della “Proget” di Rivolta, che secondo le indagini coordinate dal Pm Luigi Furno e condotte da carabinieri e fiamme era di fatto per i progetti edili in mano al primo cittadino arrestato. "Ci conosciamo da anni, amicizie di famiglia. L’auto e la cena elettorale? Si, è vero. Centosettanta euro di noleggio che non ho più chiesto e una cena al ristorante per quattro persone", ha precisato Sangalli agli inquirenti. Difeso dall’avvocato Stefano Besani, l’imprenditore è apparso sereno. Di fatto però, alcune sue dichiarazioni avrebbero confermato la tesi dell’accusa, come il fatto di aver spiegato di aver versato cifre alla “Proget” consapevole che fossero per il sindaco. "Quando verso i soldi a tuo fratello io penso a te", avrebbe detto intercettato al telefono.

Nelle carte dell’inchiesta inoltre, emergerebbe una conversazione ambientale intercettata tra Sangalli e Rivolta, mentre sono in auto insieme, durante la quale discuterebbero di una gara d’appalto. "Io vengo là - le parole di Sangalli - ti porto tre società... la Tre Esse, la Mgs... tre offerte. Mi dici a quanto c... dobbiamo partire... a chi la devo far vincere...cioè quanto devo mettere, se poi sai se partecipa qualcuno, mi devi dire quanto c... ha messo... io cinquemila euro te li posso dare". E Rivolta avrebbe acconsentito a mettere in atto il piano.

Secondo gli inquirenti si sarebbe informato circa la possibilità di pubblicare bandi di gara in relazione ad aree ubicate a Lonate Pozzolo, e a poter affidare direttamente a Sangalli “l’area del Gelada” consentendogli di ampliare il parcheggio di Malpensa e infine, scartate queste due possibilità, si sarebbe interessato presso proprietari di fondi privati tra Lonate e Ferno per saggiarne la disponibilità ad affittare o vendere terreni a Sangalli. In attesa di essere ascoltato dall’autorità giudiziaria Danilo Rivolta avrebbe manifestato l’intenzione di non dimettersi dalla carica di primo cittadino. E intanto nella serata di giovedì un gruppo di cittadini si è ritrovato davanti al municipio sulla spinta di un  tam tam nato sul gruppo Facebook "I Lonatesi": "Vogliamo aria pulita, il paese merita altro" lo slogan per chiedere le dimissioni dle sindaco. Tra loro anche alcuni rappresentanti del comitato genitori.