Varese - Il futuro non è più materia esclusiva dei sognatori, a Varese negli uffici del Lombardia Aerospace Cluster è già un affare da tempo. Qui ormai da anni lo spazio è la nuova frontiera grazie alle collaborazioni con l’Esa e la Nasa che da tempo hanno individuato nel sistema aerospaziale lombardo un partner privilegiato.
Nella nostra regione sono 220 le imprese operanti a diverso livello nel settore, di cui l’85% Pmi e il 15% grandi player, che complessivamente danno lavoro a circa 19.300 addetti. Il volume di affari è pari a 5,8 miliardi di euro, mentre l’export annuale è di circa 1 miliardo, un terzo del totale italiano. Nel 2021, stando ai dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confindustria Varese, l’export del comparto a livello lombardo che da solo rappresenta il 21,2% delle esportazioni italiane del settore si è attestato su 1,2 miliardi di euro (+15,5% rispetto al 2020), mentre l’import sugli 885,2 milioni di euro (27,6% di quello italiano) segnando un +83,7%.
Un tessuto produttivo fatto di colossi come Leonardo, presente sul territorio con tre divisioni (Elicotteri, Velivoli ed Elettronica), OHB Italia, Thales Alesia Space e Thales. A cui si affiancano i cosiddetti "fornitori di primo livello", come Secondo Mona, Aerea, Ase, Elettronica Aster, Logic e Mecaer Aviation Group. Nel raggio di pochi chilometri si concentrano infatti grandi, piccole e medie imprese altamente specializzate, che, dall’avionica ai materiali, dagli equipaggiamenti alla componentistica e fino ai servizi, sono in grado di produrre, dall’inizio alla fine, elicotteri, aerei e satelliti avanzati di ultima generazione.
È in questo contesto che opera il Lombardia Aerospace Cluster, associazione nata nel 2009, dall’iniziativa di 8 imprese del settore e da Confindustria Varese. Rappresenta oggi la filiera aerospaziale lombarda nella sua complessità ed è una presenza industriale che oggi conta 103 soci, tra cui 95 imprese a cui bisogna aggiungere 4 università, 2 centri di ricerca, un testing lab.
"In questo momento c’è un grande interesse per lo spazio – spiega il presidente Angelo Vallerani - in passato era un settore di nicchia per pochi aziende. L’opinione pubblica era stata coinvolta ai tempi dello Space Shuttle, oggi c’è interesse, siamo di fronte a un cambio di prospettiva. Prima erano solo le grandi agenzie ad avere il monopolio dello spazio, oggi si sono affacciati operatori privati come Elon Musk e Jeff Bezos. C’è stato un cambiamento enorme, anche semplicemente il costo di portare in orbita un satellite è sceso: un carico pagante sullo Shuttle era 30mila dollari al chilogrammo, adesso qualche migliaio e scenderemo a poche centinaia. Il Pnrr ha inciso pesantemente con decine di miliardi nel settore per dotare la costellazione Iride, satelliti per l’osservazione della Terra, poi ci sono i private capital che vedono nello spazio un’opportunità e assicurano investimenti".
E per le Olimpiadi c’è in serbo una sorpresa. "D’accordo con Regione lavoriamo a un sistema di mobilità aerea avanzata anche in una località montana, per lasciare un seme che vada al di là dell’evento. Siamo al lavoro per attrezzare delle rotte per il volo strumentale di elicotteri tradizionali, da Milano-Cortina e Bormio e i siti olimpici, così da permettere i collegamenti di notte e in caso di maltempo. Questo apre il passo agli eVTOL, velivoli a decollo verticale elettrico". Il futuro è già qui.