Lo sparatore di Castiglione Olona ora si chiude nel silenzio

"È scosso", dice il difensore di Nino Zedda, 73 anni, che ha colpito l’ex collega barbiere all’addome per una cifra in sospeso

I carabinieri della Compagnia di Saronno sono alla ricerca del mov

I carabinieri della Compagnia di Saronno sono alla ricerca del mov

Castiglione Olona (Varese), 31 luglio 2021 -  Dopo la sparatoria, che poteva avere un bilancio tragico se il proiettile che ha ferito all’addome Luigi Costetti, 66 anni, avesse colpito organi vitali, a Castiglione Olona è grande lo sconcerto. Il ferito e il suo aggressore, Nino Zedda, 73 anni, pensionati, sono conosciuti in paese per aver svolto lo stesso lavoro, erano barbieri, colleghi per diverso tempo nello stesso salone. Zedda è in carcere ai Miogni a Varese, accusato di tentato omicidio, nei prossimi giorni sarà sentito dal gip. Fino a ieri non ha parlato, interrogato è stato in silenzio. Secondo il suo legale, l’avvocato Francesca Panajia, l’uomo "è scosso per l’accaduto".

Costetti, ferito all’addome dal colpo di pistola esploso dall’ex collega, dovrebbe essere dimesso a breve. Ed è proprio all’interno del rapporto di lavoro, concluso da tempo, che gli inquirenti, coordinati dalla Procura di Varese stanno cercando il movente di quel gesto che poteva costare la vita al 66enne. Da subito è emerso con chiarezza è che tra i due non corresse buon sangue per dissidi che risalirebbero a quando erano colleghi, una situazione che passando gli anni non è stata superata da Zedda; anzi, quella ruggine si è trasformata in rancore, un tarlo nella testa del 73enne fino ad arrivare allo sparo dell’altro giorno, come fosse un regolamento di conti con un rivale da togliere di mezzo.

In ballo ci sarebbero questioni economiche, disparità di trattamento quando erano colleghi, forse contributi non pagati, ma su questi elementi stanno ancora indagando i carabinieri della Compagnia di Saronno. Zedda non ha parlato, ora si attende l’interrogatorio del gip, l’anziano resta in carcere con l’accusa di tentato omicidio. Dovrà anche spiegare la provenienza della pistola di grosso calibro detenuta illegalmente, senza porto d’armi.

In paese c’è sconcerto: "Impensabile – dicono alcuni cittadini – si sapeva che non andavano d’accordo ma chissà cos’ è scattato nella testa per arrivare a sparare quel colpo, per fortuna non è finita in tragedia". Zedda intorno alle 13,30 di giovedì ha raggiunto l’ex collega in via Volta, all’esterno della caffetteria gli ha sparato un colpo di pistola ferendolo all’addome, davanti ad alcuni testimoni, tra i quali due muratori che hanno bloccato l’aggressore togliendoli l’arma prima che potesse esplodere altri colpi. Perché l’ha fatto, deve ancora spiegarlo.