Caso Macchi, la famiglia di Lidia ricorre in Cassazione contro l'assoluzione di Binda

Il ricorso arriva a pochi giorni da quello presentato dalla Procura Generale di Milano

Stefano Binda

Stefano Binda

Varese, 7 dicembre 2019 - La famiglia di Lidia Macchi, la giovane studentessa trovata morta nei boschi di Cittiglio (Varese) nel 1987, ha presentato ricorso in Cassazione contro l'assoluzione in secondo grado di Stefano Binda, processato per l'omicidio. Il ricorso arriva dopo quello presentato dalla Procura Generale di Milano, il 3 dicembre scorso, ed è a firma  dell'avvocato Augusto Cornalba, del Foro di Lodi. L'istanza, si legge nel documento del legale di parte civile, è motivata da "un'asserita violazione della legge nell'assunzione di una testimonianza indiretta, quella dell'avvocato Vittorini", da "illogicità e contraddittorietà della motivazione" della sentenza della Corte d'Appello e dalla  "mancanza di assunzione di prove ritenute decisive". Infine, la parte civile ha sottolineato "con estrema amarezza le vituperanti espressioni riservate, con ingiustificabile tracotanza, dai giudici dell'Appello al loro patrono avvocato Pizzi ed ai sostituti procuratori generali".