LORENZO CRESPI
Cronaca

L’addio ai coniugi Lachi. La preghiera all’omelia: "No all’oscurità e alla notte di scelte irreparabili"

Folla nella piccola chiesa e tanta la commozione all’uscita delle due bare .

L’addio ai coniugi Lachi. La preghiera all’omelia: "No all’oscurità e alla notte di scelte irreparabili"
L’addio ai coniugi Lachi. La preghiera all’omelia: "No all’oscurità e alla notte di scelte irreparabili"

L’ultimo saluto ai coniugi Lachi è avvenuto presso la chiesa parrocchiale della loro Cavagnano, piccola frazione di Cuasso al Monte. Un pugno di case collegate tra loro da stretti vicoli: qui Pinuccia Anselmino era nata e aveva sempre vissuto, mentre il marito Pierluigi Lachi, milanese di origine, si era ben integrato nella comunità. "Quello che sono stati lo hanno costruito qui in queste viuzze", ha detto nell’omelia don Franco Bonatti, che ben conosceva la coppia, che frequentava la parrocchia e il paese e amava fare passeggiate nei boschi del vicino Poncione di Ganna.

Due persone a cui Cavagnano ha dedicato tanto affetto nel giorno dell’ultimo saluto, in cui Cuasso al Monte per volere del sindaco Loredana Bonora ha osservato il lutto cittadino. La piccola chiesa parrocchiale si è presto riempita, così come il sagrato, dove è stata tanta la commozione al termine del rito, all’uscita delle due bare. Una cerimonia unica per salutare la coppia che abitava in via Cuasso al Piano, le cui vite si sono entrambe spente lo scorso mercoledì 25 ottobre, quando il marito ha prima sparato alla moglie, poi deceduta qualche ora dopo, e quindi si è ucciso. Un gesto su cui la Procura di Varese ha aperto un’indagine per chiarire i motivi alla base dell’accaduto. Ma quello di ieri è stato prima di tutto il momento del ricordo e della preghiera. "Il primo sentimento che noi condividiamo ora è la notte del non senso - ha detto il parroco durante l’omelia - la notte di scelte irreparabili e scriteriate. La notte che ci prende tutti nella vita, anche con esiti come questo, che non possiamo condividere e accettare".

Ha parlato dell’oscurità, che è sull’orlo della vita di tutti. "C’è un germe dentro di noi che non deve fruttificare, ma c’è anche un germe di bene che va coltivato". Al termine del rito un allievo di Pierluigi, che di professione era orologiaio, ha voluto ricordare il suo maestro e amico. "Venivo al sabato per imparare dalla tua grande esperienza, ma soprattutto per il piacere di stare con te. Ti ho amato come se fossi mio nonno. Spero che da lassù mi aiuterai a diventare un bravo orologiaio".