
Il fac-simile della scheda elettorale che domenica e lunedì gli elettori di Saronno si ritroveranno tra le mani Quattro i candidati alla carico di sindaco, ognuno con un’idea diversa di città
Tutto è cambiato in un lampo. Sei mesi fa Saronno era ferma, impantanata in una crisi politica senza sbocchi. Oggi è una città in corsa, catapultata in una campagna elettorale rapidissima, nata all’improvviso dopo la mancata approvazione del bilancio previsionale. La fine anticipata del mandato ha lasciato spazio a nuove alleanze, vecchie ruggini e un’inedita possibilità: eleggere per la prima volta una sindaca donna. Tutto è accaduto in tempi record. Le ultime elezioni erano state segnate dalla pandemia, questa tornata sarà ricordata per la velocità e l’imprevedibilità con cui è arrivata. Il campo è affollato da volti conosciuti e nuovi equilibri: quattro candidati, tutti con una precedente esperienza in giunta.
Ha aperto la corsa Novella Ciceroni, con la civica Obiettivo Saronno, affiancata da due nuove liste: Idea Futuro e Saronno SiCura. Una proposta interamente civica, con l’obiettivo di marcare una netta discontinuità rispetto all’amministrazione uscente e catalizzare il malcontento diffuso.
Nel centrosinistra la situazione è complessa. Augusto Airoldi, sindaco uscente, corre con Saronno Civica e Percorso Democratico, sostenuto da ex amministratori e fuoriusciti dal Partito Democratico. Una candidatura che rivendica quanto fatto in questi quattro anni e mezzo. La sfida interna arriva da Ilaria Pagani, sostenuta dal Partito Democratico, Tu@Saronno e Insieme per crescere. La sua proposta è centrata su servizi, welfare e inclusione, con un forte sostegno istituzionale.
A chiudere il quadro c’è il centrodestra compatto: Rienzo Azzi è il candidato di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Nessuna civica, ma un programma dichiaratamente orientato al rilancio economico e alla sicurezza urbana. E proprio sicurezza, mobilità e riqualificazione urbana sono stati i temi dominanti. A partire dalla polemica sul ridimensionamento del collegamento ferroviario con Milano-Centrale e dall’approvazione del nuovo Pgtu, bocciato da gran parte dei candidati. Al centro del dibattito anche il destino dell’ex Isotta Fraschini.