
Renato Giuliani è nato a Milano nel 1919 Disegnatore meccanico ha creato dal nulla la Ficep (nella foto sopra)
Varese, 6 ottobre 2016 - Prima di morire, all’età di 97 anni, ha devoluto gran parte del suo patrimonio in beneficenza: sette milioni di euro a favore di associazioni che operano principalmente in provincia di Varese. Il protagonista del gesto di generosità è Renato Giuliani, fondatore della Ficep di Gazzada Schianno e della Tecniplast di Buguggiate, aziende meccaniche diffuse in mezzo mondo che danno lavoro a 1.200 persone. Morto nel gennaio di quest’anno, l’imprenditore varesino aveva deciso di fare un regalo così importante al suo territorio dopo aver perso la moglie, nel 2012: non avendo figli, ha iniziato a scrivere il suo testamento elencando con precisione le associazioni benefiche destinatarie del suo patrimonio in denaro. Una di queste, la fondazione «Il Ponte del Sorriso», ha potuto inaugurare ieri una struttura che ospiterà i genitori dei bambini ricoverati all’ospedale di Varese: 12 appartamenti resi disponibili anche grazie alla generosità di Renato Giuliani, «il cui gesto - ha dichiarato la presidente della fondazione, Emanuela Crivellaro - sarà ricordato per sempre nel sorriso dei bambini».

«Negli ultimi anni di vita lo zio Renato aveva manifestato l’intenzione di lasciare le sue disponibilità finanziarie a diverse associazioni del territorio, gran parte delle quali operanti in provincia di Varese. Mi aveva coinvolto nella scelta degli enti non profit ai quali destinare il patrimonio e insieme anche a un suo collaboratore abbiamo fatto una serie di valutazioni in merito. Sapevo che si sarebbe trattato di una cifra importante, ma non ne conoscevo l’entità complessiva: davvero non immaginavo avesse devoluto sette milioni».
Quando il signor Giuliani ha iniziato a pensare a questo lascito?
«Nel 2012 è morta sua moglie, mia zia, e da quel momento in poi ha cominciato a riflettere sul modo in cui lasciare il suo grande patrimonio. Ci ha lavorato intensamente, ha deciso di togliersi questo pensiero scegliendo con attenzione, dedicando tanto tempo. Alla fine l’ho visto molto sereno, era davvero soddisfatto di quello che aveva costruito e di come lo stava lasciando. Speriamo che il suo grande gesto sia da esempio anche per altri imprenditori».
Si era già impegnato in iniziative sociali?
«Mio zio era certamente un uomo di sani principi, principi che cercava poi di trasferire nelle sue aziende. In passato aveva sponsorizzato varie iniziative sociali, ma non avevamo mai pensato che avrebbe potuto devolvere in beneficenza una cifra così importante».
Che persona era Renato Giuliani?
«Ha dedicato la sua vita interamente al lavoro. Era totalmente immerso nelle sue attività, nella possibilità di sviluppare le sue aziende, di creare tanti posti di lavoro. Fino alla fine della sua vita ha vissuto tra casa e lavoro. Era un uomo molto duro, rigoroso, anche severo con se stesso. Inoltre, era selettivo negli affetti e nelle frequentazioni, ma era certamente una persona concreta, ingegnosa e, come si è visto, davvero generosa».
Giuliani è partito da zero ed è arrivato a sviluppare due aziende di grande successo: qual è stato il suo percorso?
«Mio zio era un grande imprenditore meccanico e anche un inventore di successo, che ha brevettato numerose macchine utensili. Ha fatto la guerra (durante il secondo conflitto mondiale fu prigioniero in Germania, ndr), dopodiché ha vissuto l’epoca del boom economico. Nasce come disegnatore meccanico, è andato a lavorare giovanissimo e poi ha creato dal nulla la Ficep di Gazzada Schianno, che costruisce macchine utensili ed è diffusa in diversi Paesi, e la Tecniplast di Buguggiate, che si occupa di stampaggio. Si tratta di due realtà che adesso danno lavoro a circa 1.200 persone, classiche medie aziende che cerchiamo di portare avanti seguendo l’esempio di nostro zio, del quale siamo tutti orgogliosi».