LORENZO CRESPI
Cronaca

Ilma Plastica dichiarata fallita. Doccia fredda per 130 operai. Ora è incubo disoccupazione

Il Tribunale di Varese ha spento le speranze dei lavoratori della storica azienda di Gavirate. L’esercizio provvisorio non è stato concesso. I sindacati: "Lotteremo per aiutare queste famiglie".

Ilma Plastica dichiarata fallita. Doccia fredda per 130 operai. Ora è incubo disoccupazione

Il Tribunale di Varese ha spento le speranze dei lavoratori della storica azienda di Gavirate. L’esercizio provvisorio non è stato concesso. I sindacati: "Lotteremo per aiutare queste famiglie".

La settimana scorsa i lavoratori avevano proclamato uno sciopero e organizzato un presidio davanti ai cancelli dell’azienda. Quindi gli incontri tra il Comune e i rappresentanti dei lavoratori e la proprietà. Ma per la Ilma Plastica di Gavirate è arrivata la doccia fredda: la tanto attesa decisione del Tribunale di Varese, dopo che l’azienda aveva richiesto negli scorsi mesi una procedura liquidatoria, non è stata quella auspicata. Le speranze di tutti erano rivolte verso la possibilità che venisse concessa l’opzione dell’esercizio provvisorio.

Ma il Tribunale ha invece dichiarato il fallimento. "Una scelta che condanna 130 lavoratori e le loro famiglie a un futuro incerto e che avrà gravi ripercussioni non solo sui dipendenti, ma su Gavirate e i comuni limitrofi, oltre che sull’intera filiera dell’automotive, che coinvolge migliaia di persone", commenta Davide Maragna, segretario generale della Filctem Cgil di Varese. Sembra segnato dunque il destino di una realtà storica, con quasi 90 anni di attività, e che solo fino a due anni fa contava su 200 dipendenti, ora scesi a circa 130, dopo che l’impatto della crisi del mondo dell’automobile si è fatto sentire pesantemente. Ilma Plastica si occupa infatti di produrre componenti per case automobilistiche. Ma nonostante le difficoltà gli spiragli non mancherebbero: se l’officina è infatti ferma a causa della mancanza di ordini la stamperia ha continuato a lavorare negli ultimi mesi, dimostrando di avere potenzialità produttive.

"L’avvio dell’esercizio provvisorio - dicono dalla Cgil - non solo avrebbe dato continuità alla produzione, ma avrebbe anche garantito il mantenimento delle professionalità, essenziali nel caso di una futura acquisizione dell’azienda da parte di eventuali acquirenti interessati". Il sindacato auspica che la curatrice nominata dal Tribunale possa rivedere la sua posizione e considerare seriamente questa possibilità. "L’azienda è un partner cruciale per diverse realtà del settore e la sua chiusura produrrà un effetto a catena devastante - continua Maragna - le prime comunità che subiranno l’impatto più grave sono Gavirate e i comuni limitrofi, già segnati dalla crisi economica, che si troveranno ad affrontare un ulteriore impoverimento del tessuto produttivo locale".

Per questo parte l’appello alle istituzioni nazionali. "Saremo presenti in tutte le sedi necessarie per far valere le esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie, continuando a lottare per una soluzione che dia speranza e prospettive concrete per il futuro".