
I sommozzatori al lavoro sul Ticino
Il tuffo nelle acque del Ticino è stato fatale per un diciottenne egiziano, Mahmoud Makram, la tragedia nel pomeriggio di domenica, il corpo senza vita del giovane è stato recuperato sulla sponda novarese, a Galliate. Il diciottenne da alcune settimane era tornato a vivere in un comune del milanese, dopo aver vissuto per qualche tempo in una comunità per minori a Novara da cui era uscito raggiunta la maggiore età.
Il suo sogno: ottenere la licenza media per poi iscriversi ad un corso di formazione professionale, il passo importante per costruirsi un futuro. Ma quel sogno si è frantumato nel pomeriggio di domenica, inghiottito dalle acque del fiume che potevano sembrare amiche e invece sono diventate una trappola mortale che ha strappato per sempre il diciottenne ai familiari e agli amici.
Secondo quanto ricostruito il diciottenne era arrivato con il treno delle Fnm dal comune del milanese, dove era tornato a vivere, in compagnia di un cugino e di alcuni amici al ponte di Turbigo, l’intenzione trascorrere il pomeriggio sul fiume in allegria. Il giovane si è tuffato a pochi metri dal ponte che collega Turbigo a Galliate, dopo poche bracciate si è trovato in difficoltà, forse un malore, il cugino di 19 anni che era in acqua con lui ha cominciato ad urlare, cercando aiuto, subito alcuni soci della Società canottieri di Galliate sono scesi nel fiume con canoa e barca per portare soccorso. I canoisti sono riusciti a salvare il cugino ma per il diciottenne non c’è stato nulla da fare, il corpo senza vita è stato recuperato sulla sponda novarese, a Galliate. Una tragedia che ancora una volta rilancia l’attenzione sulla pericolosità del Ticino per i mulinelli e i tratti caratterizzati dalla forte corrente. Nonostante il divieto anche ieri i bagnanti affollavano la riva e si tuffavano dalla spiaggia di Turbigo.