Il ritocco dell’addizionale Irpef? Ha uno scopo nobile

D’Amato: "È un’armonizzazione delle imposte locali per continuare a essere una città solidale"

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"È un’armonizzazione delle imposte locali che ci consentirà di continuare ad essere una città solidale. Così l’assessore al Bilancio Mimmo D’Amato spiega la scelta della Giunta guidata dal sindaco Augusto Airoldi di aumentare l’addizionale Irpef. Proprio il primo cittadino ha rimarcato come ci siano ancora "le richieste delle fasce più fragili della popolazione che sono aumentate durante la pandemia e che malgrado la riduzione dei contagli non sono calate mentre si sono ridotti i contributi statali per fronteggiali". E ha sottolineato: "La Saronno amica che vogliamo non è una città del "Mulino bianco" ma è una città che si fa carico dei problemi della comunità". La Giunta ha proposto di esentare dall’addizionale Irpef tutti coloro che hanno un reddito complessivo annuo imponibile non superiore a 15.000. In sostanza considerando i 28 mila contribuenti saronnesi sono 9.580 persone che non verseranno nulla. Aumento di "un caffè al mese" per la fascia da 15.001 a 28.000 euro. Lo spiega D’Amato che chiarisce che per i saronnesi in questo scaglione (9.290 contribuenti), passerebbero dall’attuale aliquota del 0.43% a 0.50%, che corrisponderebbe nei fatti ad un incremento individuale di circa 1,20 euro al mese ossia 14,4 euro all’anno.

Per i 6.600 contribuenti saronnesi della fascia dai 28.001 a 50.000 euro l’aliquota passerà dal 0.48 % al 0.65%. Secondo i calcoli dell’assessore l’incremento effettivo mensile sarebbe di 4.50 euro ossia 54 euro all’anno. Per quanto riguarda i saronnesi dell’ultima fascia ossia quelli con un reddito oltre 50.001 si passerà da un aliquota a 0.61% a 0.80%. In sostanza per questi 3.200 contribuenti l’incremento sarà di 15,4 euro al mese ossia 184,8 euro all’anno.

Sara Giudici