SARA GIUDICI
Cronaca

Saronno, il mago degli effetti speciali: "Così ho trasformato Favino in Bettino Craxi"

Andrea Leanza racconta la sua esperienza sul set di 'Hammamet': ogni giorno oltre cinque ore di lavoro

Andrea Leanza dietro a Favino che impersona Craxi

Saronno (Varese), 11 gennaio 2020 - Sono stati tantissimi i saronnesi che nelle ultime ore si sono emozionati e sentiti orgogliosi vedendo il 37enne saronnese Andrea Leanza, mago del make-up e degli effetti speciali, trasformare l’attore Pierfrancesco Favino in Bettino Craxi nel backstage di “Hammamet”, il film di Gianni Amelio sul leader socialsta appena uscito nelle sale.

Le clip con i dietro le quinte sono subito diventate virali in città soprattutto quelle in cui si vede Leanza preparare l’attore o concedersi con lui qualche momento di svago. È evidente l’alchimia che si è creata tra i due che hanno collaborato anche al film “Il Traditore”, in cui l’attore romano interpretava il pentito di mafia Tommaso Buscetta. «Favino è davvero un grande professionista – spiega Leanza - ha una grande attenzione per tutti coloro che lavorano sul set. È attento alle esigenze di tutti ma sempre pronto alla battuta. Scherzando diceva che vedeva più me di sua moglie". Del resto il film è stato davvero impegnativo basti dire che il saronnese, con un team costruito ad hoc, ha lavorato per oltre un anno alla sola preparazione: "Abbiamo studiato a fondo la fisionomia del personaggio, cercando di trovare il giusto bilanciamento con quella dell’attore". Sono state utilizzate scansioni e stampe 3D ma anche tecniche più tradizionali: "Abbiamo scolpito le forme in plastilina, per poi realizzare stampi e protesi di ogni parte; dalle labbra alle palpebre, senza dimenticare le guance e i denti. Sono stati realizzati cinque provini nei mesi prima delle riprese e le sculture sono state rifatte altrettante volte". Quindi la vita sul set: una settimana a Legnano e poi in Tunisia con molte scene girate proprio nella villa della famiglia Craxi. Andrea e il suo team erano sempre i primi a iniziare: "Servivano quattro ore di trucco più il tempo dei costumi e anche un’ora al termine delle riprese per struccare Favino".

Tanti i dettagli di cui si è occupato Leanza: "Per attaccare le protesi si usa un adesivo chirurgico che va rimosso con pennello e oli. È essenziale prendersi cura della pelle di Favino che deve sopportare questo peso, così abbiamo studiato un piano di idratazione ad hoc". Insomma un progetto che anche per chi ha lavorato in grandi produzioni hollywoodiane, come Leanza, è stato molto impegnativo: "La sfida non è solo ricostruire la somiglianza ma lasciare trapelare l’attore – conclude Leanza – e soprattutto dargli modo di usare tutte le espressioni e la propria capacità interpretativa sotto il trucco. Sono autodidatta ma lavorare con persone capaci permette di crescere e imparare a dare sempre il meglio". Dopo l’anteprima del film a Roma Leanza è già al lavoro, sempre facendo base con il suo team al laboratorio di Saronno, dove vive, a una nuova serie di Sky, iniziata dopo aver concluso la collaborazione con “Curon”, di prossima uscita su Netflix.