
Lidia Macchi
Varese, 15 marzo 2016 - L'anatomopatologa Cristina Cattaneo ha ricevuto dal gip di Varese anna Giorgetti, con la formula dell'incidente probatorio, l'incarico di condurre una serie di analisi alla ricerca di eventuali tracce di Dna sulla salma di Lidia Macchi, la studentessa di Varese uccisa nel gennaio del 1987 con 29 coltellate.
Per questo il cadavere, sepolto da 29 anni nel cimitero di Casbeno a Varese, verrà riesumato nelle prossime settimane, presumibilmente entro un mese, in una data ancora da concordare. Eventuali tracce biologiche verranno quindi comparate con il Dna di Stefano Binda, l'ex compagno di liceo di Lidia Macchi arrestato lo scorso 15 gennaio con l'accusa di aver violentato e ucciso la giovane, o di altre persone. Cristina Cattaneo, tra i massimi esperti in Italia di accertamenti su morti violente, si è occupata, tra le molte altre cose, anche degli omicidi di Elisa Claps e Yara Gambirasio. Oltre al perito, nominato dal gip, sono stati nominati dalle parti sei consulenti. Si occuperanno del caso i biologi Carlo Previderè e Roberto Giuffrida e il medico legale Giovanni Pierucci (nominati dal sostituto pg di Milano Carmen Manfredda, che coordina l'inchiesta); il biologo e genetista Andrea Piccini e il medico legale Rosa Ghiringhelli (nominati dai difensori di Binda, gli avvocati Sergio Martelli e Roberto Pasella) e il biologo Luca Salvaderi (nominato dal legale della famiglia Macchi, l'avvocato Daniele Pizzi). "La famiglia segue con attenzione gli sviluppi - ha sottolineato l'avvocato Pizzi - preferisco non esprimermi in questa fase delicatissima