Doccia con l'acqua gelida e maltrattamenti al nipote: 3 anni alla nonna

Confermata in Appello la pena. "Stile educativo", definito dai giudici, "spregevole e vessatorio"

Il nipote era oggetto di punizioni ritenute eccessive

Il nipote era oggetto di punizioni ritenute eccessive

Cittiglio (Varese), 30 novembre 2021 -  Confermata dalla Corte di Appello di Milano la condanna a 3 anni di carcere per la donna di 52 anni, originaria di Cittiglio, responsabile di maltrattamenti in famiglia nei riguardi di un minore divenuto sui nipote acquisito. Il ragazzo, nato nel 2001, ai tempi dei fatti aveva 13 anni, soffriva di disturbi psicologici dovuti alla situazione familiare, ma allontanato dai genitori che non erano in grado di accudirlo era stato affidato con la sorellina al nonno paterno che aveva però una nuova compagna, la donna che avrebbe poi maltrattato il nipote acquisito. Il minore ha vissuto un vero e proprio incubo: non ha trovato quell’affetto e quell’attenzione di cui aveva bisogno per superare i suoi disagi. La compagna del nonno invece di aiutarlo a superare i disagi psicologici, di garantirgli serenità, ricorreva a uno "stile educativo" definito dai giudici spregevole e vessatorio. Per il ragazzino i maltrattamenti erano continui, gli unici gesti di cui la donna era capace nei suoi confronti erano le punizioni, secondo i giudici "severe, anacronistiche, prolungate e totalmente ingiustificate". Un elenco terribile, un incubo per l’adolescente lasciato in castigo per ore in piedi contro il muro, lavato con l’acqua gelida, costretto a mangiare per giorni il piatto che detestava, punizioni che si completavano con il sequestro del pc e del cellulare. Un incubo che il ragazzino, oggi maggiorenne, ha interrotto con la denuncia agli assistenti sociali a cui sono seguite le indagini, l’avvio del processo arrivato a sentenza prima a Varese e nei giorni scorsi la conferma della condanna a tre anni di reclusione da parte della Corte di Appello di Milano per la cinquantaduenne incapace di gesti d’affetto verso il nipote acquisito. La donna è stata condannata anche al versamento di un risarcimento a favore della parte offesa nel processo, quel ragazzino che nel momento più delicato della crescita, nell’adolescenza, anziché affetto e attenzione ha conosciuto punizioni severe e ingiustificate da parte della nonna acquisita, per la quale è stata confermata la condanna a tre anni.