
Un passaggio di gara del 2008 con gli atleti impegnati nel rione Bobbiate
Varese, 1 settembre 2020 - Doveva essere il giorno del sopralluogo dei delegati dell’Uci, l’unione ciclistica internazionale. È stato invece il giorno del passo indietro di Varese nella corsa all’assegnazione dei Mondiali di ciclismo. "Gli organizzatori prendono atto che le richieste economiche e infrastrutturali, in tre sole settimane dall’evento, non consentono la realizzazione della kermesse iridata" il comunicato ufficiale. Si parla di un budget di qualche milione, la metà del quale da presentare all’assegnazione. Per tutta la mattina di ieri contatti con la federazione internazionale e quella italiana di ciclismo. I percorsi proposti e gli aspetti tecnico-gestionali erano stati valutati positiviamente, anche durante una video-conferenza di settimana scorsa tra l’amministrazione, la società organizzatrice Alfredo Binda e l’Uci, "ma non si è trovato un accordo per le questioni legate al budget dell’evento".
Il sindaco Davide Galimberti sulla questione: "È stato il buon senso a prevalere. Pur nella consapevolezza di riuscire in questa impresa, in una corsa contro il tempo, ci è sembrato più assennato fare un passo di lato e non proseguire sulla strada della candidatura di Varese al Mondiale 2020". ll percorso di gara avrebbe dovuto essere quello del Mondiale 2008, con alcune modifiche ipotizzate come l’arrivo via Sacco come durante la Tre Valli Varesine. La Binda era entrata nel merito della gestione di pubblico, atleti e ospiti, piano anti-Covid compreso. Ma la scelta è stata quella di non proseguire.
Una scelta dovuta anche ad altri fattori: "All’orizzonte oltre alle questioni economiche, purtroppo, ci sono anche molte incertezze legate alla situazione sanitaria mondiale e alla relativa difficoltà di spostamenti nazionali e internazionali con le conseguenti ricadute economiche sull’indotto turistico, ricettivo, alberghiero. La candidatura di Varese nasceva da uno spirito di servizio nei confronti del mondo dello sport e del ciclismo. Abbiamo messo a disposizione le nostre competenze e i risultati portati dagli eventi organizzati in città negli ultimi anni".
Dopo la rinuncia svizzera, una corsa contro il tempo che ha fatto sognare gli amanti del ciclismo, e non solo, in città. La scelta potrebbe ricadere su Imola, forte della struttura dell’autodromo: "La nostra speranza, ora, è che il Mondiale 2020 possa comunque rimanere in Italia, per il bene del nostro sport e del nostro paese. Resta la nostra credibilità a livello mondiale, che ci ha portato fino alla finale nella corsa all’evento iridato per eccellenza".