
Una gloriosa storia cominciata con Giuseppe Borri, nato nel 1867 a Busto Arsizio, che a 9 anni lavora come calzolaio. Giovanissimo se ne va in Svizzera per perfezionare il suo lavoro e poi in Germania, dove la tecnologia applicata alla fabbricazione delle scarpe è all’avanguardia. A vent’anni torna a Busto dove nel 1892, in un piccolo locale, comincia a fabbricare scarpe da uomo; nel 1899 si affida a macchinari tedeschi, nel 1900, dopo aver visitato l’Esposizione di Parigi, non esita a far arrivare nella sua azienda macchine americane dotate della tecnologia più avanzata. Non è facile convincere i clienti abituati alle scarpe fatte a mano, ma Giuseppe non si arrende, sa che quella è la strada giusta. Nel 1906 partecipa all’Esposizione di Milano e presenta i suoi prodotti, le scarpe Borri che cominciano a imporsi sul mercato.
La produzione aumenta, la fabbrica ha bisogno di spazio, la sede ideale viene individuata in viale Duca d’Aosta: l’edificio, l’ex tessitura Cattaneo, viene acquistato nel 1917 e ampliato, nel 1919 il calzaturificio viene trasferito nella nuova “casa”. Nel 1926 Borri muore a 59 anni, l’attività viene proseguita dalla moglie Rosa e dai figli, la produzione non è più solo maschile, c’è la linea per bambino, “Borri piuma”. Dopo la Seconda guerra mondiale la fabbrica conosce il periodo di massima espansione, negli anni Settanta è al top, poi con l’arrivo di nuove mode comincia il declino, nel 1990 la chiusura. L’edificio nel 2001 è stato acquistato dal Comune per 7 miliardi e mezzo delle vecchie lire con l’idea di trasferire il municipio. R.F.