
di Rosella Formenti
L’emergenza Covid non risparmia la tradizionale benedizione natalizia casa per casa. In città i sacerdoti non visiteranno le famiglie, ma insieme hanno deciso di proporre domenica 20 dicembre un momento particolare di condivisione. Ad annunciarlo è il prevosto, monsignor Severino Pagani.
Monsignor Pagani, cosa accadrà domenica 20 dicembre? "È un’iniziativa sulla quale tutti i parroci si sono trovati d’accordo: alle 12,30 suoneranno tutte le campane, contemporaneamente si impartirà la benedizione sul sagrato, al termine di ogni messa invece sarà distribuito un piccolo ricordo, l’acqua benedetta e una preghiera da recitare in famiglia, per forza di cose sarà un Natale particolare".
Da giorni è accesa l’attenzione mediatica sul cenone e le vacanze natalizie, prevale l’aspetto consumistico, c’è insofferenza per le restrizioni, ma lo spirito del Natale dov’è?
"Nella nostra cultura il Natale oggi più che un evento religioso cristiano è un grande avvenimento culturale annuale con molti risvolti umani, relazionali, simbolici ed economici, quindi non meraviglia che l’interesse per questo evento sia così generale e variegato. Nel contesto odierno la pandemia mette in luce alcuni elementi relazionali ed economici inediti e con nuove difficoltà, ma mi auguro che la cultura generale non perda quella carica di umanità che è segno prima che di fede, di autentica civiltà. La questione del Natale come evento spirituale dei cristiani è un’altra cosa: perché il Natale rimanga cristiano è necessario che ci siano i cristiani. Ecco: con coraggio mi chiedo dove sono i cristiani?".
Nasce il Salvatore, in questi tempi segnati dalla pandemia da cosa ci deve salvare?
"Il messaggio di Gesù è un vangelo di carità e il cristiano in questi tempi difficili deve esprimersi in un’emergenza di carità, molte persone e molte comunità lo stanno facendo bene, in collaborazione con tutti, non manchi poi la testimonianza della preghiera che possa ricondurre almeno all’interrogativo sulla verità della fede che è sorgente d’amore".
Dopo questa pandemia riusciremo forse a diventare “uomini di buona volontà”?
"Per cambiare veramente non è sufficiente passare attraverso una pandemia, bisogna invece accogliere nel cuore le domande profonde della vita, diversamente l’uomo dimentica in fretta e si adegua a ciò che è più consono al sentire comune. Se invece accogliamo seriamente le provocazioni esistenziali che la pandemia ci ha rovesciato addosso allora in qualcuno qualcosa cambierà. Ci auguriamo cambiamenti anche nella gestione politica e nell’impostazione della grande economia: la ricerca vera del bene comune può renderci di più “fratelli tutti”".