ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Varese, autista di bus non fa inversione e un passeggero gli rompe il naso. La rabbia dei conducenti: “Non si può lavorare così”

È accaduto a Cittiglio sulla linea per Laveno: il conducente ha riportato 15 giorni di prognosi. L’aggressore con problemi psichici voleva viaggiare gratis ed essere portato a Cuveglio

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Cittiglio (Varese), 21 giugno 2025 – Ancora un’aggressione a un autista di Autolinee Varesine: microfrattura del setto nasale e un ematoma allo zigomo (prognosi di 15 giorni). È accaduto sull’autobus della linea V115 che collega Luino a Cittiglio e poi a Laveno. L’autobus, arrivato nel piazzale della stazione puntualmente alle 13.30, era pronto a ripartire per Laveno.  Un passeggero, alla richiesta di mostrare il biglietto, ha risposto di non avere alcuna intenzione di regolarizzare la propria posizione e di essere pronto ad essere sanzionato dai controllori.    

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Raptus di follia 

Quindi è andato a sedersi ma nel momento in cui l’autobus ha preso la direzione per Laveno (così come da orario e come mostrato dal display esterno), il passeggero ha dato in escandescenze sostenendo che l’autista doveva fare inversione per portarlo a Cuveglio, nella direzione opposta. Il conducente, quasi trent’anni di servizio, gli ha ribadito che quella corsa andava invece verso Laveno.   

Il crescendo 

L’uomo ha cominciato con insulti e minacce, quindi si è si avvicinato alla cabina di guida e, con l’autobus ancora in movimento, ha colpito il conducente al volto. A quel punto la corsa è stata interrotta, l’autista ha chiamato immediatamente i soccorsi. Portato al pronto soccorso il conducente è stato medicato. L’aggressore, un uomo con seri problemi psichici dovrà, invece, rispondere di lesioni e di interruzione di pubblico servizio. 

La rabbia e la solidarietà 

Ieri i vertici di Autolinee Varesine hanno diffuso un comunicato nel quale hanno espresso "la più assoluta vicinanza al collega coinvolto, che verrà tutelato in tutte le sedi opportune”, ma al tempo stesso hanno fatto rilevare: “Un certo scoramento per una situazione che, sempre uguale e sempre diversa, si ripete troppo spesso nei confronti dei nostri collaboratori, che hanno l’unica “colpa” di svolgere correttamente la propria professione. Nonostante i tanti tavoli i nostri investimenti e il lodevole impegno delle istituzioni gli episodi in cui il nostro personale viene aggredito verbalmente o peggio ancora fisicamente sono ancora troppo frequenti. Non è davvero possibile lavorare in questo modo”.