Busto Arsizio: la dipendente infedele dieci anni fa fece arrestare sei colleghi

La donna allora lavorava alle piscine comunali: segnalò un gruppo di lavoratori accusati di aver sottratto soldi degli ingressi. Oggi è lei a fronteggiare un'inchiesta per peculato

Un frame dai video girati durante l'inchiesta

Un frame dai video girati durante l'inchiesta

Busto Arsizio - Da dipendente modello a dipendente infedele,  il passo… non è stato breve. Ci sono voluti dieci anni.  E’ quanto emerge dalla vicenda dell’addetta ai parcometri di Agesp Attività Strumentali arrestata e ristretta ai domiciliari da mercoledì con l’accusa di peculato: secondo gli investigatori delle Fiamme Gialle, la donna, una cinquantenne, sottraeva soldi ai parcometri dei quali aveva manomesso il dispositivo rendiresto, elevando il plafond da 30 euro massimi a 200 euro. Al momento la cifra sottratta è stimata in oltre 95 mila euro.

Ma la donna, madre di tre figli, dieci anni fa, quando lavorava presso la piscina Manara, aveva dato di sé un esempio di onestà sul posto di lavoro. Come? Segnalando il comportamento disonesto di sei dipendenti che grazie alla sua segnalazione furono indagati e arrestati con la stessa accusa che oggi la riguarda, peculato: allora i sei colleghi furono accusati di aver sottratto soldi alla cassa non rilasciando lo scontrino d’ingresso agli utenti dell’impianto. Era il mese di marzo 2013.

Dieci anni dopo il reato è lo stesso, ma a sconcertare è il fatto che ora in “prima pagina” ci sia proprio la cinquantenne che allora denunciò i colleghi disonesti. Le indagini della Guardia di finanza proseguono: la cinquantenne potrebbe avere dei complici.