
La Polizia di Stato indaga per identificare gli altri componenti della baby gang
Busto Arsizio (Varese), 7 febbraio 2020 - Un’occhiata di troppo era stata sufficiente a scatenare la violenza da parte di un branco di ragazzini che, tre settimane fa, si erano resi protagonisti di un feroce pestaggio ai danni di due diciassettenni. Uno dei partecipanti all’aggressione, di soli 15 anni ma già con una denuncia per atti vandalici alle spalle, ha deciso che quel "momento di alta espressione" del sentirsi forti in gruppo, fosse degno di essere immortalato sui social media. La sua presunzione gli è valsa l’identificazione e la denuncia alla Procura per i Minorenni di Milano da parte della Polizia di Stato per lesioni. La vicenda risale alla mezzanotte di un giorno a metà gennaio, quando la Polizia di Stato di Busto Arsizio è intervenuta in piazza Garibaldi, dopo una richiesta di aiuto da parte di due ragazzini di 17 anni.
Arrivati sul posto gli agenti li hanno trovati scossi e coperti di segni di percosse al volto e al collo. Soccorsi, i due sono stati portati in pronto soccorso dove sono stati medicati e dimessi con una prognosi rispettivamente di tre e venti giorni. Per uno di loro un pugno sferrato alla testa aveva infatti provocato la lesione di un timpano. I due adolescenti hanno poi raccontato agli agenti cosa era accaduto. Mentre erano fermi a chiacchierare in piazza, avevano notato un gruppetto di minori e due di loro che litigavano animatamente. La loro unica colpa era stata quella di osservare qualche secondo di troppo la scena. Gli altri ragazzini, a quel punto, si erano tramutati in un branco compatto e, improvvisamente tutti d’accordo secondo il vecchio principio che chi si sente debole diventa violento in gruppo, si erano scagliati contro i due diciassettenni. "Cosa c...o guardi, sfigato", alcune delle frasi pronunciate dalla gang di bulletti, e poi minacce, sputi e infine le botte.
Durante l’aggressione il quindiccenne aveva pensato bene di scattare fotografie e postarle in rete, lasciando di fatto una traccia indelebile. Proprio grazie al suo profilo, nonostante il giovanissimo “cuor di leone” lo utilizzasse con un “nick name” per non rivelare la sua identità, la Polizia di Stato lo ha identificato e denunciato. Per gli altri componenti del branco probabilmente è solo questione di ore.