
di Lorenzo Crespi
Nel giorno in cui esplodono i contagi sul territorio, con il conteggio che fa segnare 3.081 positivi, pochi meno della provincia di Milano che però è quattro volte più grande, una Asst Sette Laghi sempre più sotto pressione in tutti i suoi presidi fa i conti con la diffusione del virus fra le sue mura. Sono 284 dipendenti dell’azienda attualmente positivi al Covid-19, al momento assenti dal servizio. Lo ha comunicato la direzione aziendale, aggiungendo che dalla metà di ottobre sono in totale 350 gli operatori che sono stati contagiati, compresi coloro che si sono nel frattempo negativizzati e quindi sono potuti rientrare al lavoro.
"Sono medici, infermieri, tecnici e altri operatori sanitari, ma anche amministrativi, che lavorano in tutte le sedi dell’azienda – spiega Stefano Taborelli, medico competente per la sorveglianza sanitaria – La differenza dalla primavera scorsa è che i contagi avvengono fuori dall’ospedale, nelle case, come risulta dall’operazione di contact tracing svolta da un gruppo di quattro infermieri dedicati per ogni singolo dipendente risultato positivo al tampone". Dallo scorso sabato l’Asst ha iniziato a utilizzare i tamponi rapidi sui neoassunti: è stato così possibile effettuare uno screening immediato degli infermieri da inserire nei reparti attivati in emergenza per accogliere pazienti Covid, in particolare a Cuasso al Monte e Tradate. Il direttore generale dell’Asst Gianni Bonelli ringrazia tutto il personale per l’impegno. "Se stiamo riuscendo a far fronte al continuo aumento dei ricoveri è grazie alla loro straordinaria professionalità". Sul dato dei positivi tra i dipendenti ospedalieri interviene il consigliere regionale Samuele Astuti. "Numeri drammatici – dice – per garantire una maggiore sicurezza sul lavoro serve intensificare subito i tamponi a tutto il personale medico e infermieristico".
La situazione viene monitorata con attenzione anche dalle parti sociali. "Purtroppo il personale era già al limite viste le politiche sanitarie adottate negli ultimi anni – commenta Simona Sessarego, segretario territoriale della Cisl Fp dei Laghi – i lavoratori si trovano in una situazione difficile dal punto di vista psicologico". E nel sindacato c’è preoccupazione per gli orari che devono sostenere gli operatori. "Fare turni di 12 ore – continua – è pericoloso sia per il dipendente sia per il paziente, in particolare in reparti complicati dove il livello di attenzione dovrebbe essere maggiore. Negli scorsi mesi non è stato assunto personale a sufficienza". Infine il tema delle dotazioni di dispositivi di protezione individuale. "Non ne abbiamo a sufficienza – continua Sessarego – e spesso quello che arriva non è corretto. Se si chiedono 20 mascherine ne arrivano 5, evidentemente ci sono dei problemi di approvvigionamento".