Addio Angelo Castiglioni cacciatore di antiche civiltà

Con il fratello Alfredo formava un team formidabile di archeologi. In sessant’anni di missioni in Africa hanno riportato alla luce città dimenticate

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di Rosella Formenti

I gemelli dell’archeologia, Angelo e Alfredo Castiglioni, sono di nuovo insieme: ieri è scomparso Angelo, 85 anni, nel giorno, 17 febbraio, in cui nel 2016, nella basilica di San Vittore si celebravano i funerali del fratello Alfredo. Una passione per l’archeologia e le esplorazioni coltivata fin dalla gioventù che ha animato sessant’anni di missioni, soprattutto nel continente africano. Sempre insieme Angelo e Alfredo, guidati nelle loro ricerche da questo pensiero di un famoso poeta e uomo di cultura africano, già Presidente del Senegal, Leopold Sedar Sehghor, "Uomini bianchi andate negli sperduti villaggi della mia terra e documentate le parole dei cantastorie, dei vecchi, di tutti i depositari di un antico sapere umano, perché quando essi moriranno sarà come se, per voi uomini bianchi, bruciassero tutte le biblioteche".

Parole di grande forza che sono state la bussola nell’attività dei gemelli Castiglioni, esploratori, ricercatori e anche grandi divulgatori delle loro scoperte. Entrambi laureati in Economia e commercio, avevano effettuato la prima spedizione nel 1959, in Camerun, la prima di tante, sempre insieme, Angelo e Alfredo, per vivere avventure, per fare scoperte importanti, per incontrare popolazioni che stavano scomparendo raccogliendone le preziose testimonianze e per diffondere quelle conoscenze alle quali con i libri, i film e le migliaia di ore di documentari hanno avvicinato il vasto pubblico. Nel cuore avevano soprattutto l’Africa che hanno esplorato seguendo itinerari antichi, facendo scoperte che hanno avviato studi importanti, come il ritrovamento avvenuto nel 1989 del sito di Berenice Pancrisia, "la città d’oro", ritrovamento che è stato giudicato da Jean Vercoutter (egittologo francese) "una delle grandi scoperte dell’archeologia".

Dal Camerun al Niger, dall’Egitto all’Etiopia, dal Sudan al Mali sempre inseguendo la loro passione per sessant’anni e tante le scoperte che hanno raccontato nei libri, nei lungometraggi, nei documentari di divulgazione archeologica e negli articoli scritti per diverse riviste di archeologia e di ricerca scientifica. "Una triste notizia per la città. Ci ha lasciato una persona conosciuta in tutto il mondo, che con le sue ricerche e scoperte ha contribuito alla crescita culturale della nostra città – le parole del sindaco Davide Galimberti – esploratore, archeologo e regista, Angelo Castiglioni insieme al fratello Alfredo, scomparso nel 2016, ha svolto ricerche in campo antropologico ed etnologico di portata storica. Grazie alla generosità dei due esploratori, oggi migliaia di lavori, studi e reperti sono parte del patrimonio storico della città di Varese. Esprimo gratitudine per aver voluto condividere queste scoperte insieme al profondo cordoglio a nome di tutta la città". Varese grazie ad Angelo e Alfredo Castiglioni ha un gioiello, il Museo Castiglioni, a Villa Toeplitz, nato grazie alla loro donazione di migliaia di reperti, un regalo prezioso per la città e per la cultura. I funerali di Angelo Castiglioni saranno celebrati sabato alle 15,30 a Varese nella basilica di San Vittore. Il Comune in collaborazione col museo Castiglioni, dedicherà loro prossimamente una grande esposizione