GIULIO MOLA
Sport

Zlatan Ibrahimovic nel mirino dei tifosi: il suo ruolo nel Milan sotto accusa

Ibrahimovic criticato dai tifosi per il suo ruolo da consulente nel Milan, tra strategie contestate e futuro incerto.

Ibrahimovic criticato dai tifosi per il suo ruolo da consulente nel Milan, tra strategie contestate e futuro incerto.

Ibrahimovic criticato dai tifosi per il suo ruolo da consulente nel Milan, tra strategie contestate e futuro incerto.

"Povero Zlatan, con tutto quello che ha investito per diventare socio di Gerry Cardinale nel Fondo Redbird, vai a vedere che anche dal punto di vista dell’immagine ci rimette... Non si aspettava questa situazione". Chi conosce bene Ibrahimovic (presente ieri in tribuna al Meazza) comprende lo stato d’animo del totem svedese, finito pure lui nel tritacarne della contestazione dei tifosi che non ha risparmiato nessuno prima a Casa Milan e poi a San Siro: "Ibra big boss, tanto amato da calciatore tanto inadeguato da consulente esterno. Colpevole del disastro Milan Futuro", l’attacco della Sud.

Da mesi il superconsulente rossonero ha scelto un profilo basso, defilandosi ed evitando di esporsi mediaticamente (solo una battuta flash prima della finale di Coppa Italia: "Siamo pronti e preparati") dopo che per un lungo periodo era stato l’unico a metterci il faccione, in particolar modo nella dolorosa notte dell’eliminazione dalla Champions League ad opera del Feyenoord. Del resto, quando la bufera fischia forte e piove di stravento, è consigliabile restare sotto coperta. E infatti l’annata del Milan continuava a peggiorare. I rapporti controversi con l’amministratore delegato hanno fatto il resto, e dall’inflazione di Ibra davanti alla tv si è passati all’onnipresenza di Furlani, uomo di fiducia di Elliott.

Ma c’è altro che i tifosi contestano all’ormai ex beniamino: siccome il clamoroso errore strategico di Cardinale è stato ritenere che i risultati finanziari della gestione Milan fossero più importanti di quelli sportivi, al punto da creare un grande staff di marketing disinvestendo su quello tecnico, il popolo rossonero rimprovera a Zlatan la condivisione della strategia. Insomma, Ibrahimovic avrebbe dovuto far cambiare idea al suo socio piuttosto che rispondere "È tutto sotto controllo" e "Siamo tranquilli". Da febbraio, poi, si è assistito al festival delle contraddizioni: Ibra in pole nei colloqui con i potenziali ds assieme a Cardinale, salvo poi essere scaraventato in “seconda fila” dopo le rivendicazioni gerarchiche di Furlani. Ecco perché 18 mesi dopo la sua nomina, sono tanti quelli che ancora non capiscono di cosa si occupi Zlatan. Ed è giusto interrogarsi sul futuro dello svedese, il quale ha sempre detto che non sarebbe rimasto “per fare tappezzeria”.

Il Milan pensa a mezzi ribaltoni, vero. Ma è presto per dire se sarà una rifondazione strutturale, con nuove figure dirigenziali e una diversa impostazione tecnica. Se tutto ciò accadesse il ruolo di Ibra potrebbe svuotarsi ulteriormente. Con l’inevitabile uscita di scena di Zlatan. Senza polemiche. Solo con l’amarezza per i fischi ricevuti sin da dicembre, nella sera dei festeggiamenti per i 125 anni del club. E con la consapevolezza che il suo tempo al Milan è finito anche fuori dal campo.

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