GIULIANA LORENZO
Sport

Un argento lombardo. Brescia, la casa delle fate: "Siamo come una famiglia»

Il dtn Casella ha cresciuto quattro delle cinque azzurre medagliate. Esposito si è aggiunta due anni fa e oggi torna nell’All Around con D’Amato.

Il dtn Casella ha cresciuto quattro delle cinque azzurre medagliate. Esposito si è aggiunta due anni fa e oggi torna nell’All Around con D’Amato.

Il dtn Casella ha cresciuto quattro delle cinque azzurre medagliate. Esposito si è aggiunta due anni fa e oggi torna nell’All Around con D’Amato.

La medaglia d’argento olimpica della ginnastica artistica femminile non è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Dietro c’è il lavoro di anni, svolto in primis, dal direttore tecnico bresciano Enrico Casella e da tutta l’Accademia di ginnastica della città lombarda, centro federale. Lì sono cresciute, da quando avevano 10 anni o poco più, Angela Andreoli, Giorgia Villa, Elisa Iorio e Alice D’Amato mentre solo da due anni si è aggiunta la classe 2006, Manila Esposito. Sveglia all’alba, allenamenti e scuole serali: per anni questa è stata la routine delle ginnaste selezionate da tutte Italia e scelte per rappresentare il Paese ad Europei, Mondiali e Olimpiadi.

Il percorso parte da lontano, da quando un ex giocatore di rugby e ingegnere nucleare, ovvero Casella, fonda nel 1984 la Brixia Brescia con Daniela Leporati e Paola Rietti. Da allora il club ne ha fatta di strada, vincendo 21 scudetti e diventando la realtà più titolata d’Italia. Tante le stelle passate dalla Brixia, come Monica Bergamelli, oggi nello staff della Nazionale, lombarda e in grado di disputare tre edizioni delle Olimpiadi. Poi, su tutte, Vanessa Ferrari, che a Parigi non è arrivata a causa dell’ultimo infortunio, ma che con Casella salì sul tetto del mondo nel 2006. Alla fine in Francia, con Asia D’Amato, l’altra gemella infortunata, ha fatto il tifo dagli spalti. Il sistema bresciano va oltre il mero agonismo. L’ha ribadito lo stesso allenatore dopo la conquista della medaglia olimpica: "C’è tanto lavoro alle spalle e tanto stare insieme, siamo una famiglia. Abbiamo lavorato molto, con principi sani, abbiamo anche saputo perdere e quando una ginnasta entra dà sempre il suo contributo, è questo il nostro punto di forza. Abbiamo cercato di dare uno spirito di gruppo e le ragazze lo hanno percepito in pieno, reagendo. C’è sempre stata la capacità di non abbattersi e non piangersi addosso, nemmeno quando Elisa (Iorio, ndr) si è fatta male".

In questi anni il tecnico ha dovuto gestire tante assenze per problemi fisici e ha dovuto prendere più volte decisioni scomode. La squadra scelta per questa Olimpiade è stata annunciata dopo gli Assoluti di Cuneo del 6 e 7 luglio. Il DTN ha preferito Villa a Martina Maggio, una dello storico gruppo delle Fate (si chiama così la squadra nazionale). La brianzola, amareggiata da questa scelta, dalla sua può dire di aver comunque partecipato a Tokyo, cosa che non era successo alla ginnasta di Ponte San Pietro, messa k.o per infortunio a pochi giorni dall’Olimpiade. "Il più grande obiettivo per me e penso per tutte noi – ha detto la bergamasca - sono le Olimpiadi. Questa medaglia ci ripaga degli infortuni e dei momenti difficili che abbiamo vissuto nel corso degli anni". Vari stop fisici avevano privato pure Elisa Iorio (legata sentimentalmente al bergamasco Yumin Abbadini, ieri undicesimo nell’All Around) della chance di andare in Giappone e hanno rischiato di fermarla a Parigi, dopo un problema maturato durante le qualifiche, che l’ha costretta a fare solo le parallele. Nel gruppo c’è poi la bresciana Angela Andreoli, cresciuta letteralmente in pedana e vessata da tanti stop che non le hanno consentito spesso di esprimersi ad alti livelli in ambito internazionale. Eppure, alla fine, non ha avuto il minimo tentennamento e il suo corpo libero ha regalato la matematica certezza della medaglia.

Un podio costruito anche da Alice D’Amato e Manila Esposito, impegnate oggi con l’All Around individuale. La ligure, scesa in pedana pure per la sorella, dal 3 al 5 agosto competerà in tre finali di specialità in cui provare a fare qualcosa di grande. "Se pensavamo all’argento? – ha detto l’azzurra - Prima delle qualifiche no, poi dopo che abbiamo chiuso le qualifiche da seconde abbiamo cominciato a crederci". Questa squadra era già stata capace di un bronzo mondiale nel 2019 e di un titolo europeo a Monaco 2022 e ora di un argento olimpico. Un punto di partenza che passa attraverso il nuovo centro per la preparazione olimpica che, stando alle previsioni, verrà ultimato entro il 2026 nel quartiere Sanpolino di Brescia.

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