Osaka, Hingis e Capriati: i ritiri eccellenti nella storia del tennis

Quello della tennista giapponese fuori dal Roland Garros per depressione è l'ultimo di una serie di nomi illustri

Naomi Osaka con il trofeo agli Australian Open

Naomi Osaka con il trofeo agli Australian Open

Naomi Osaka e le altre: la storia del tennis è costellata di esempi di atlete che hanno dovuto pagare dazio alla pressione di una disciplina che non perdona. Una disciplina nella quale il lavoro e il talento pagano, ma nella quale se si vogliono raggiungere i vertici mondiali bisogna troppo spesso sacrificare gran parte della propria vita. 

L'addio di Naomi Osaka

"Che mi ritiri è la cosa migliore per il torneo, per gli altri giocatori e per la mia salute, in modo che tutti a Parigi possano tornare a concentrarsi sul tennis". Naomi Osaka, tennista giapponese numero 2 al mondo, ha affidato ai social network la spiegazione del motivo per il quale ha deciso di ritirarsi dal Roland Garros. "Non sono mai voluta essere motivo di distrazione e ammetto che la tempistica che ho scelto non è ideale e che il mio messaggio sarebbe potuto essere più" prosegue. Non un vezzo, non un capriccio da star, ma un malessere vero è quello che ha portato l'atleta 23enne a decidere di ritirarsi da quello che è di fatto il torneo più importante del mondo. Osaka era già stata multata e minacciata di squalifica per non essersi presentata in conferenza stampa, ma oggi è la stessa tennista a spiere di aver sofferto di "lunghi attacchi di depressione dagli Us Open del 2018 ed e' stata dura gestirli". "Vivo momenti d'ansia prima di parlare con i media. Divento davvero nervosa e trovo stressante provare sempre a fornire le risposte migliori" aggiunge. 

L'enfant prodige: Martina Hingis

Già nel nome era scritto il suo destino: Martina. Dichiaratamente come la Navratilova. Martina Hingis è sempre stata quella che può a buon diritto essere considerata una predestinata. Anzi, una bimba allevata per diventare una campionessa di tennis: prende in mano prima la racchetta che la penna e a quattro anni partecipa al primo torneo della sua vita. A quattordici anni debutta nel circuito di tennis professionistico. E dopo otto anni di vittorie ecco lo stop. Il primo ritiro, al quale pochi anni dopo seguirà il secondo e definitivo. Il motivo? Le eccessive pressioni di un ambiente che da lei si aspettava solo una cosa: vincere.

Il precedente illustre: Jennifer Capriati

Osaka e Hingis si sono fermate prima, chi invece ha toccato il fondo per poi riuscire a risalire è stata prima di loro un'altra stella luminosissima del tennis femminile mondiale. Ovvero l'americana Jennifer Capriati. A soli sedici anni Jennifer Capriati è una tennista osannata in tutto il mondo. Tutti sono ai suoi piedi e le vittorie arrivano a pioggia. Ma i successi sportivi non corrispondono alla felicità personale. Tanto che il suo rapporto tormentato con il padre e la pressione dettata proprio dall'impatto col mondo professionistico di un'atleta così giovane la gettano in una spirale fatta di reati e dipendenza della droga. E a diciassette anni arriva anche un arresto per scippo. Impossibile pensare che una celebrità del suo calibro lo avesse fatto per necessità.  Dopo quindici mesi di inattività e di riabilitazione, prima psicologica e poi fisica, ecco il grande ritorno sui campi da tennis. Un ritorno fatto di alti e bassi, con numerose ricadute e tanti momenti bui. Un ritorno che certifica l'uscita di Jennifer Capriati dal tunnel solo nel 2000, cinque anni dopo l'inizio della spirale autodistruttiva. L'americana poi continuerà a giocare per altri tredici anni. Il ritiro è infatti datato 2013.